Mali: alle legislative ballottaggio in molte circoscrizioni
In base ai primi risultati ufficiali delle legislative del 24 novembre, il ballottaggio
sarà necessario per attribuire la maggior parte dei 147 seggi del parlamento. I dati
diffusi dalla stampa maliana evidenziano che al secondo turno, in agenda per il 15
dicembre, andranno per lo più i candidati del Raggruppamento per il Mali (Rpm), il
partito del Presidente Ibrahim Boubacar Keita, grande favorito, e quelli dell’alleanza
Adema-Mpr e Urd (opposizione). Finora al primo turno sono stati eletti solo 21 deputati,
in particolare in quelle circoscrizioni settentrionali dove c’era solo un candidato
in lizza; a Tessalit e a Bebara due tuareg sono stati scelti come rappresentanti in
parlamento. Invece nei sei Comuni della capitale Bamako, dove 14 seggi sono da assegnare,
nessun candidato ha ottenuto la maggioranza al voto di domenica, tenuto nella calma
ma nell’indifferenza dei maliani. Mentre procede lo spoglio e la centralizzazione
dei risultati, i primi dati ancora molto parziali sul tasso di affluenza confermano
la tendenza emersa subito dopo la chiusura delle urne e accertata anche dalle migliaia
di osservatori elettorali dispiegati ai quattro angoli del Paese. La partecipazione
si attesterebbe attorno al 50% in alcune circoscrizioni mentre in altri seggi non
supererebbe neanche il 21%. Ad ogni modo l’affluenza è stata di gran lunga inferiore
a quella registrata alle presidenziali dello scorso agosto, vinte da Keita. Circa
6,5 milioni di aventi diritto erano attesi alle urne per scegliere tra un migliaio
di candidati i futuri membri dell’Assemblea nazionale. A 48 ore dalle legislative,
prevale tuttavia il “sollievo” della gente e degli osservatori per il fatto che le
operazioni di voto si sono svolte in modo globalmente pacifico e senza i temuti attacchi
da parte dei gruppi armati di matrice islamica. Anche l’organizzazione dello scrutinio
è stata valutata positivamente dagli osservatori, considerata “migliore” rispetto
alle presidenziali. Organizzazione dei Paesi francofoni, Unione Europea e Stati Uniti
si sono complimentati per il corretto svolgimento delle legislative che hanno segnato
“un passo avanti importante nella lunga marcia del Mali verso il ritorno all’ordine
costituzionale”. Per il segretario di Stato statunitense John Kerry, le elezioni di
domenica “sono emblematiche della radicata tradizione democratica maliana e dei progressi
compiuti negli ultimi due anni”. Tuttavia notizie di disordini sono giunte dall’ancora
instabile regione settentrionale dell’Azawad, quella dove si sono verificati isolati
incidenti elettorali, tra cui furti di urne e tentativi di impedire lo svolgimento
del voto nella zona di Gao e a Kidal. Ieri a Menaka la gente è scesa in piazza accusando
di “frodi massicce” uno dei due candidati. La società civile di Kidal ha invece indetto
per domani una grande marcia per denunciare “l’occupazione da parte delle truppe francesi
dell’ottava regione militare” che rappresenta “un ostacolo al ritorno dello Stato”
e “all’unità del Mali”. (R.P.)