2013-11-26 15:43:54

Inaugurata a Roma la nuova sede nazionale della Cna: una sfida alla crisi


Inaugurazione ieri a Roma della nuova sede nazionale della Cna, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, alla presenza alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, e di mons. Guerino Di Tora, vescovo ausiliare della diocesi di Roma. A Ivan Malavasi, presidente nazionale Cna, Adriana Masotti ha chiesto quale sia il significato di questo evento:RealAudioMP3

R. - Intanto, è un grande orgoglio arrivare a una nuova sede di rappresentanza più adeguata ai tempi di Cna ed è contemporaneamente una grande scommessa. Noi abbiamo reagito alle difficoltà dando un nuovo luogo per lanciare la sfida alla crisi: abbiamo creato una sede molto bella, molto elegante, ma anche molto sobria, che è esattamente il valore che ha il nostro mondo e con le tutte le tecnologie possibili che sono all’avanguardia, come è all’avanguardia il mondo dell’artigianato. Quindi, non giocare in difesa, non lamentarsi solamente…

D. - Il mondo dell’artigianato: ci vuol dire qualcosa di più su questo mondo, su quello che va bene e su quelle che sono le difficoltà di questo momento?

R. - Il mondo dell’artigianato è in un Paese dove tutti viviamo una situazione di grande difficoltà, di crisi che perdura da cinque anni. Quindi, ogni giorno la situazione economica si fa più pesante. All’interno di questa complessità, l’artigianato e la piccolissima impresa in modo particolare, vive ancora peggio, vuoi per i pagamenti che si sono allungati, vuoi perché l’accesso al credito è quasi impossibile. È un Paese che ha costi e pesi sulle spalle di natura fiscale e burocratica drammatici. Quindi, è un mondo che fa fatica, ma che non abdica al suo ruolo, un mondo che da molti anni non conosceva i segni “meno” davanti alla sua crescita inarrestabile. Purtroppo, da cinque anni abbiamo segni di sostanziale negatività nelle iscrizioni, quindi saldi negativi che quest’anno si aggireranno sulle 25-28 mini-imprese a fine anno, presumiamo. Un mondo che reagisce in qualunque modo possibile inventandosi anche nuove attività. Stiamo vedendo che ci sono anche aspetti che riguardano il cosiddetto valore del riuso, della manutenzione, della riparazione che era un po’ scomparso, eravamo tutti diventati prigionieri dell’usa e getta. Insomma, anche questa crisi ha forse messo insieme qualche valore importante in questa nostra società.

D. - Si sta lavorando alla legge di stabilità. Oggi, dovrebbe concludersi questo percorso. C’è qualcosa dentro questo testo che vi agevolerà o qualche delusione che lei vuole denunciare?

R. – Ci sono dati che nel testo della legge – anche se non sappiamo esattamente come uscirà – che ci preoccupano molto. Ci sono alcune distrazioni della politica nei confronti dei piccoli. Penso al tema del fisco, della riduzione dei costi sul lavoro e del credito. La risposta quando c’è, perché in alcuni casi c’è, è modesta e insufficiente alla reazione di cui avrebbe bisogno il Paese per riprendere la via dello sviluppo. Anche se all’interno alcuni elementi che mettono al riparo da alcune altre cadute ci sono: penso alla stabilizzazione degli incentivi per il 2014 sulla manutenzione, sulla ristrutturazione, sull’ecobonus… Quindi, interventi che sono molto più mirati ai settori piccoli e medio piccoli – che noi rappresentiamo – ma sicuramente c’è un dato: la legge di stabilità ha dimensioni troppo modeste per il tipo di bisogno di cui necessita l’Italia.

D. – Quando si parla di artigianato, da una parte si pensa a oggetti fatti a mano, oggetti più curati, dall’altra sembra quasi una cosa anacronistica, quando è tutto ormai industrializzato, tutto uguale, globalizzato… Qual è il valore aggiunto per cui queste imprese piccole e questo lavoro devono essere preservati?

R. – I valori aggiunti sono due: stile e qualità, le due condizioni per cui l’Italia ancora regge. Il "made in Italy" e le piccole imprese, che hanno la condizione e a volte la determinazione di affrontare anche i mercati internazionali, anche per dimensioni molto piccole, e riescono ad avere risultati straordinari. L’Italia vince – e le piccole imprese dell’artigianato vincono – se sa fare della qualità il suo marchio di eccellenza.

Ultimo aggiornamento: 27 novembre







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