Esortazione programmatica e profetica: la presentazione di “Evangelii Gaudium”
in sala stampa
L’Evangelii Gaudium è stata presentata, martedì mattina, in un’affollata sala
stampa vaticana. A intervenire sull’atteso documento, mons. Rino Fisichella, presidente
del dicastero per la Nuova Evangelizzazione, mons. Lorenzo Baldisseri, segretario
generale del Sinodo dei Vescovi e mons. Claudio Maria Celli, presidente del dicastero
delle Comunicazioni Sociali. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Un documento
“programmatico e esortativo” in cui Papa Francesco indica alla Chiesa di farsi compagna
di strada di quanti sono alla ricerca di Dio. Questa in estrema sintesi la definizione
emersa in Sala Stampa della Evangelii Gaudium, documento nel quale la parola
“gioia” compare ben 59 volte. Questa Esortazione apostolica, ha spiegato padre Federico
Lombardi, è stata scritta dal Pontefice di sua mano, in spagnolo, nel mese di agosto,
dopo la Gmg di Rio. Nel suo intervento, mons. Fisichella ha sottolineato che questo
documento si pone in continuità con l’insegnamento di Paolo VI nell’Evangelii nuntiandi,
ribadendo la centralità della persona di Gesù come “primo evangelizzatore”. Un testo,
ha soggiunto, che invita a “recuperare una visione profetica e positiva della realtà,
senza distogliere lo sguardo dalle difficoltà”. Quindi, mons. Fisichella ha
tratteggiato la struttura fondamentale dell’Evangelii Gaudium:
“I
sette punti, raccolti nei cinque capitoli dell’Esortazione, costituiscono le colonne
fondanti della visione di Papa Francesco per la nuova evangelizzazione: la
riforma della Chiesa in uscita missionaria, le tentazioni degli
agenti pastorali, la Chiesa intesa come totalità del popolo di
Dio che evangelizza, l’omelia e la sua preparazione,
l’inclusione sociale dei poveri, la pace e il dialogo
sociale, le motivazioni spirituali per l’impegno missionario”.
Centrale
nel testo, ha spiegato, è la “riforma in chiave missionaria della Chiesa” e l’impegno
alla conversione permanente, che coinvolge anche il Successore di Pietro:
“Papa
Francesco ripropone con forza la richiesta della 'conversione pastorale'. Ciò significa,
passare da una visione burocratica, statica e amministrativa della pastorale a una
prospettiva missionaria; anzi, una pastorale in stato permanente di evangelizzazione”.
Il
linguaggio del Papa in questo documento, ha detto ancora, è “chiaro, immediato, senza
retorica né sottintesi”:
“Papa Francesco va al cuore dei problemi che vive
l’uomo di oggi e che, da parte della Chiesa, richiedono molto più di una semplice
presenza. A lei è chiesta una fattiva azione programmatica e una rinnovata prassi
pastorale che evidenzi il suo impegno per la nuova evangelizzazione”.
Dal
canto suo, mons. Baldisseri ha messo l’accento sulla dimensione della sinodalità presente
nell’Esortazione che, pur non essendo “post-sinodale”, attinge all’ultimo Sinodo sulla
Nuova Evangelizzazione. Mons. Baldisseri ha sottolineato che il Papa cita spesso
documenti delle Conferenze episcopali o di episcopati continentali, come il Documento
di Aparecida. E ha messo un accento particolare su quanto sia cara al Papa la
“dimensione sociale” dell’evangelizzazione radicata nella sua esperienza di pastore
a Buenos Aires:
“L’esperienza latinoamericana e caraibica di una Chiesa
profondamente immersa nella vita del popolo ha provocato una cura attenta ai poveri,
agli esclusi, agli oppressi, ed ha suscitato anche una grande riflessione teologica,
le cui ripercussioni hanno varcato i confini, assumendo volti contestuali propri,
nelle diverse aree del mondo, partecipi della medesima condizione sociale”.
Sul
linguaggio originale della Evangelii Gaudium si è, invece, soffermato mons.
Celli:
“Ha un suo stile e un suo linguaggio proprio. Mi piace sottolineare
che il tono è quasi colloquiale con la caratteristica propria di un profondo afflato
pastorale. (…) Si percepisce, leggendo il testo, che ci troviamo di fronte ad un
pastore che è a colloquio meditativo con i fedeli”.
Per Francesco, ha detto
ancora, “l’annuncio deve concentrarsi sull’essenziale” e la “proposta quindi deve
semplificarsi senza perdere per questo profondità e verità”:
“Il tema del
linguaggio è certamente una grande sfida per la Chiesa oggi. Una sfida che deve essere
accolta consapevolmente e con decisione, con audacia e saggezza come ricordava Paolo
VI in Evangelii Nuntiandi. Io alle volte, mi permetto di sottolineare,
che siamo stati molto saggi e poco audaci nella nostra comunicazione”.
I
relatori hanno quindi risposto alle domande dei giornalisti. In particolare è stato
chiesto cosa intende il Papa quando parla di “conversione” del Papato. Ecco la risposta
di mons. Fisichella:
“Il Papa mi sembra senta l’esigenza di dire:
‘Guardate che io non chiedo solo agli altri, io sono in mezzo al Popolo di Dio, sono
il primo che desidero dare l’esempio, la testimonianza di come si debba sviluppare
un’azione pastorale. E mi sembra che sin dal primo istante in cui è stato eletto Successore
di Pietro abbia mostrato questa dimensione”.
Sempre mons. Fisichella ha
risposto ad una domanda sul ruolo delle Conferenze episcopali che, afferma l’Esortazione,
dovrebbero avere una “qualche autentica autorità dottrinale”:
“Quello che
il Papa chiede in proposito è che si porti avanti una visione dello Statuto, cioè
quale identità le Conferenze episcopali possono sviluppare ancora di più proprio nell’ordine
della nuova evangelizzazione e nell’ordine della sinodalità, cui è stato accennato”.
Sempre
sul ruolo delle conferenze episcopali nella visione di Papa Francesco è intervenuto
mons. Baldisseri che ha ribadito l’importanza delle citazioni di documenti
episcopali nell’Evangelii Gaudium:
“Quando il Papa stesso cita, prende
dalla Conferenza episcopale, è un fatto importante: vuol dire far partecipare i vescovi
del mondo al primato, alla collegialità, al governo, al magistero della Chiesa”.