Malawi. Chiesa chiede processi rapidi contro i corrotti per riguadagnare la fiducia
dei donatori
Fate presto a fare pulizia nella politica e nell’amministrazione per potere riguadagnare
la fiducia dei donatori esteri il cui aiuto è indispensabile per alleviare la sofferenza
della popolazione. È questo il senso del messaggio lanciato da Chris Chisoni, segretario
generale della Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale del Malawi,
in una conferenza stampa al termine della riunione delle Commissioni “Giustizia e
Pace” delle otto diocesi cattoliche del Paese. “La Chiesa non può sedere e guardare
alle sfide alle quali devono far fronte i malawiani senza far nulla. Per questo sentiamo
la necessità di parlare con una sola voce su questi problemi”, ha detto Chisoni. I
donatori internazionali (Unione Europea, Gran Bretagna, Norvegia e Banca africana
di sviluppo) hanno sospeso l’elargizione di aiuti al Malawi a seguito della scoperta
di gravissime frodi sull’utilizzo dei fondi ricevuti. Si stima siano stati stornati
almeno 185 milioni di dollari dalle casse statali. Finora, una cinquantina di funzionari
sono stati arrestati, tra i quali il ministro della Giustizia, Ralph Kasambara. In
relazione al cosiddetto “cash-gate”, Chisoni ha affermato che “vogliamo l’arresto
di tutti coloro che sono coinvolti senza risparmiare nessuno. Vogliamo pure un processo
rapido nei confronti di queste persone”. I rappresentati di Giustizia e Pace chiedono
infine ai donatori di riconsiderare la sospensione degli aiuti che sta avendo gravissime
conseguenze sociali: penuria alimentare in diverse aree del Paese, con rischi acuti
per le persone. Drastico calo delle frequenze scolastiche e rischio di saltare il
prossimo raccolto. (R.P.)