2013-11-24 11:53:12

Anno della Fede. Martinez: Benedetto roccia di verità, Francesco carezza di misericordia


Un anno straordinario, avviato da Papa Benedetto e concluso da Papa Francesco, con accenti e stile diversi ma uniti al fondo da una medesima convinzione: riportare al centro dei cuori il messaggio del Vangelo. È così che, in sostanza, il presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez, “legge” i dodici mesi che hanno scandito l’Anno della Fede. Federico Piana ne ha raccolto la riflessione:RealAudioMP3

R. – Dobbiamo dire che in ciò che è accaduto in questi 13 mesi, dall’indizione dell’Anno della fede con Benedetto XVI e la conclusione con Papa Francesco, la realtà – forse – ha superato l’immaginazione. È un anno che nasce dinanzi ad una realtà evidente: la fede si è indebolita, talvolta risulta essere annacquata, quindi c’è bisogno di irrobustire la fede, di dare intelligenza alla fede, di rileggere attraverso la fede, la storia dell’Incarnazione, cioè come l’uomo possa ancora oggi trovare nel Vangelo, nella Chiesa, una forma di redenzione, di umanizzazione. Direi quindi un bisogno avvertito da Papa Benedetto, che poi si è concretato in un calendario che secondo me non è inferiore a quello dell’Anno Santo. Poi, improvvisamente, il passo di Benedetto si arresta, ma si arresta perché quello della Chiesa diventi ancora più veloce, ancora più forte. E quindi questa immagine - direi - drammatica ma che mostra la grandezza di questo Pontefice. Papa Francesco è il segno di questa grande offerta al mondo, un Vangelo nuovo, una Chiesa sempre più vicina, che gli uomini capiscono sorprendentemente, perché c’è stato questo grande atto di amore, di sacrificio dentro quella che si definisce una “rinuncia”, ma che in realtà è stata un’offerta.

D. – Se dovessimo sintetizzare in tre obiettivi quest’Anno della Fede, quali sono quelli che sono stati raggiunti? E quali sono le tre sfide d’ora in avanti?

R. – C’è stato lo spartiacque del passaggio di mano di Pontificato. Per cui, ci sono obiettivi all’interno il Pontificato di Benedetto e all’interno il Pontificato di Francesco. Quindi, è sì un anno, ma tra due Pontificati. Per cui, direi che il primo obiettivo era quello di ridire la fede e di ridirla a tutto tondo, senza sconti, facendone vedere tutta la bellezza, le verità… Questo è un primo obiettivo che poi si concreta in Lumen Fidei, in questa Enciclica scritta quattro mani, come lo stesso Francesco ha voluto esprimere nella sua introduzione. E questo mi pare un obiettivo ch dobbiamo necessariamente ricondurre a Benedetto. Il secondo obiettivo è stato raggiunto da Papa Francesco: questa fede sembra essere compatibile con la modernità. Sembrava che così non fosse, sembrava che non ci fosse la possibilità di dare credito ai cristiani. Scandali, difficoltà sembravano render al fede sempre più incomprensibile, addirittura anacronistica. Così non è. Per cui, il rinnovamento della fede che Papa Francesco sta portando avanti, ci dice la profezia, l’intuizione di Papa Benedetto. Un terzo obiettivo lo vediamo nella possibilità della gente di dire “Chiesa sì”, perché quando si dice fede la gente spesso è disposta a dire “Gesù Cristo sì, Chiesa no”. Adesso, invece un obiettivo importante di questo Anno della Fede è “Chiesa sì”. E questo significa che si riconosce che questa fede è dentro un corpo, il corpo ecclesiale. Insieme con questi tre obiettivi, ci sono certamente tre sfide e queste sono di Papa Francesco. La prima è il rinnovamento della Chiesa, delle sue strutture, delle sue istituzioni. Questo è un obiettivo sensibile e lo vediamo nel passo tenuto di Papa Francesco. Una seconda sfida è quella della Nuova evangelizzazione: rinnovarla renderla più aperta ai bisogni dei nostri tempi; un grande impegno per tutti coloro che lavorano all’interno della Chiesa, per i movimenti e per ogni credente. Poi, c’è la terza grande sfida che è la cosiddetta “conversione pastorale” come dice Papa Francesco: riusciamo cioè a vedere nelle periferie esistenziali il bisogno di fede, questo bisogno di amore, di misericordia, questo “noi” grande che fa sì che il mondo intero diventi una fraternità? Dobbiamo, allora interiorizzare il dono della fede. Credo davvero che Lumen Fidei segni questo indirizzo. E a un anno non soltanto dall’inizio dell’Anno della Fede, ma anche del Sinodo della nuova evangelizzazione, crediamo non mancheranno ulteriori stimoli per capire che questa porta della fede rimane aperta e che il passo però deve essere quello della misericordia.







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