Papa Francesco: serve solidarietà nel mercato, urgente dare lavoro ai giovani
Troppo spesso la solidarietà è quasi percepita come una “parolaccia” nel mondo dell’economia.
E’ quanto affermato da Papa Francesco in un videomessaggio al Festival della Dottrina
Sociale, iniziato giovedì sera a Verona con un intervento del cardinale Oscar Rodriguez
Maradiaga. Il Papa mette l’accento sull’esigenza di uno sviluppo armonico della società
che non dimentichi giovani e anziani. Quindi, ribadisce che lavoro e dignità della
persona camminano assieme e incoraggia, infine, a sostenere le forme cooperative per
creare occupazione. Il tema del Festival, giunto alla sua terza edizione, è “Meno
disuguaglianze, più differenze”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
La sfera e il
poliedro. Papa Francesco fa un paragone con la geometria per parlare di disuguaglianze
e differenze: laddove infatti la sfera può rappresentare l’omologazione come una certa
globalizzazione, il poliedro, con le sue sfaccettature, rappresenta invece l’umanità
nella sua pluralità. Il Papa rivolge dunque il pensiero ai giovani e agli anziani,
osservando che “il riconoscimento delle differenze valorizza le persone, a differenza
dell’omologazione” che rischia di scartarle come vorrebbero “logiche produttive” di
una “visione funzionalista della società”. Non dobbiamo dimenticare, avverte, che
“i giovani e i vecchi portano ciascuno una loro grande ricchezza: ambedue sono il
futuro di un popolo”:
“Non ci può essere sviluppo autentico, né crescita
armonica di una società se viene negata la forza dei giovani e la memoria dei vecchi.
Un popolo che non ha cura dei giovani, dei vecchi, non ha futuro. E’ per questo che
dobbiamo fare tutto quanto è possibile per evitare che la nostra società produca uno
scarto sociale e dobbiamo impegnarci tutti per tenere viva la memoria, con lo sguardo
rivolto al futuro”.
Il Papa ricorda il dramma della disoccupazione giovanile,
evidenziando che in alcuni Paesi si parla del 40% di giovani senza lavoro:
“Questa
è un’ipoteca, è un’ipoteca per un futuro. E se questo non si risolve presto, è la
sicurezza di un futuro troppo debole o un non-futuro”.
Papa Francesco rivolge
così il pensiero al contributo che la Dottrina Sociale della Chiesa può dare in un
tempo di crisi economica. E avverte che gli operatori economico-finanziari devono
stare attenti a non mettersi a “servire il profitto”, diventando schiavi del denaro:
“La
Dottrina sociale contiene un patrimonio di riflessioni e di speranza che è in grado
anche oggi di orientare le persone e di conservarle libere. Occorre coraggio, un pensiero
e la forza della fede per stare dentro il mercato, per stare dentro il mercato, guidati
da una coscienza che mette al centro la dignità della persona, non l’idolo denaro”.
E
annota che se ci si aiuta a vicenda, “perseguire il bene comune diventa la scelta
che trova riscontro anche nei risultati”. “La Dottrina sociale – sottolinea – quando
viene vissuta genera speranza” e genera la forza “per promuovere con il lavoro una
nuova giustizia sociale”. L’applicazione della Dottrina sociale, soggiunge il Papa,
“contiene in sé una mistica”. All’inizio sembra togliere qualcosa, portando fuori
dalle regole del mercato. Ma poi crea invece “un grande guadagno”, perché “richiede
di farsi carico dei disoccupati, delle fragilità, delle ingiustizie sociali e non
sottostà alle distorsioni di una visione economicistica”:
“La Dottrina sociale
non sopporta che gli utili siano di chi produce e la questione sociale sia lasciata
allo Stato o alle azioni di assistenza e di volontariato. Ecco perché la solidarietà
è una parola chiave della Dottrina sociale. Ma noi, in questo tempo, abbiamo il rischio
di toglierla dal dizionario, perché è una parola incomoda, ma anche – permettetemi
– è quasi una 'parolaccia'. Per l’economia e il mercato, solidarietà è quasi una parolaccia”.
Il Papa dedica quindi la parte finale del suo videomessaggio al mondo
delle cooperative. Una realtà, confida, che lo appassiona fin da quando a 18 anni,
nel 1954, aveva sentito suo padre svolgere una conferenza sul cooperativismo cristiano.
Quella delle cooperative, afferma, “è proprio la strada per una uguaglianza” nelle
“differenze”, anche se è una strada “economicamente lenta”. Ma, ricorda il Papa, come
diceva mio padre “va avanti lentamente, ma è sicura”:
“Il lavoro è troppo
importante. Lavoro e dignità della persona camminano di pari passo. La solidarietà
va applicata anche per garantire il lavoro; la cooperazione rappresenta un elemento
importante per assicurare la pluralità di presenze tra i datori del mercato”.
“Oggi
– è la riflessione del Papa – essa è oggetto di qualche incomprensione anche a livello
europeo”. E tuttavia, afferma, “ritengo che non considerare attuale questa forma di
presenza nel mondo produttivo costituisca un impoverimento che lascia spazio alle
omologazioni e non promuove le differenze e l’identità”:
“Oggi, questo
è di estrema attualità e spinge la cooperazione a diventare un soggetto in grado di
pensare alle nuove forme di Welfare. Il mio auspicio è che possiate rivestire di novità
la continuità. E così imitiamo anche il Signore, che sempre ci fa andareavanti
con sorprese, con le novità”.