Nuova allerta maltempo in Sardegna. Ieri lutto nazionale. Il sindaco Satta: si ricostruisca
presto
Giornata di lutto nazionale ieri per le 16 vittime dell’alluvione in Sardegna. Ancora
460 gli sfollati, mentre è ancora allerta meteo con nuove precipitazioni in arrivo
nelle prossime ore nel nord dell’isola. Intanto l’Ue si dice pronta a rimodulare i
fondi regionali vista la “situazione eccezionale”. Paolo Ondarza:
L’Ue è pronta
ad aiutare la Sardegna. Lo assicura il commissario europeo alle politiche regionali
Hahn, dopo la richiesta espressa ieri dal governatore Cappellacci. 50 i milioni già
messi a disposizione dal governo italiano, assicura il ministro delle Infrastrutture
Lupi in visita sull’isola: serviranno a ripristinare entro pochi mesi arterie e ponti
distrutti. Ancora interrotte cinque strade statali, 12 provinciali. Fermi diversi
tratti della linea ferroviaria: Lupi ha telefonato in serata all’ad di Trenitalia
Moretti per sollecitarne la riapertura. In alcuni comuni manca l’acqua potabile; stando
all’Enel è tornata invece l’elettricità: a causa del freddo ieri ad Olbia un bimbo
di 5 mesi, soccorso dai carabinieri, ha rischiato di morire assiderato. Ancora incalcolato,
ma ingente il danno economico ad agricoltura e bestiame. Previsto per domani il sopralluogo
del ministro dell’ambiente Orlando. E mentre proseguono le ricerche dell’unico disperso,
Giovanni Farre, 61 anni, ad Olbia in mezzo ai tanti volontari all’opera si registrano
nuovi episodi di sciacallaggio; denunciate anche false raccolte via web. Una nuova
allerta meteo con pioggia e neve è stata già stata diramata. Particolarmente a rischio
Anglona e Gallura dove entro domani si potrebbero raggiungere gli 80 mm in 12 ore.
Il ministro dei Trasporti Lupi ha detto che nella legge di stabilità è stato
approvato da tutte le forze politiche un emendamento che prevede 150 milioni di euro
per i lavori in Sardegna. Abbiamo sentito Antonio Satta, sindaco di Padru,
in provincia di Olbia, e componente dell’ufficio di presidenza dell’Anci:
R. – Ci sono
impegni formali sul piano dei finanziamenti; l’unica preoccupazione che io esprimo
– e lo dico a nome di tanti sindaci – è che questi impegni poi vengano mantenuti.
D.
– Non è la prima volta, tra l’altro, che in Sardegna avvengono queste tragedie. In
sostanza, voi che cosa chiedete, però?
R. – Che le risorse siano disponibili
immediatamente, che non capiti quello che è capitato nel mio comune, colpito quattro
anni fa da una grande alluvione, con un morto travolto dalle onde di un grande fiume
perché voleva salvare a tutti i costi le sue mucche e la macchina … Ebbene, dopo quattro
anni noi abbiamo soltanto l’impegno di spesa però ancora oggi, se si toglie soltanto
il primo passo della Regione del 10 per cento di un finanziamento limitato, il finanziamento
dello Stato rimane ancora in piedi e non sappiamo quando potremo utilizzarlo. Allora,
se i tempi sono questi, cosa si può sperare per il domani? Ovviamente, altre alluvioni
non faranno che aggravare la situazione esistente.
D. – Come comuni siete disposti
anche ad assumervi maggiori responsabilità, per quanto riguarda la gestione di queste
emergenze e il controllo del territorio?
R. – Ma non v’è dubbio. I sindaci
sono in prima linea sempre. Purtroppo, i comuni non hanno le risorse adeguate. All’unanimità,
l’Anci ha richiesto al governo, che si era impegnato, l’abolizione totale del patto
di stabilità nei comuni sotto i 5 mila abitanti: la legge di stabilità ha registrato
un emendamento nel Senato che è stato dichiarato ammissibile, però questo non basta.
Vogliamo risposte adeguate. Il capo del governo l’ha ribadito: verrà tolto il patto
di stabilità sulle risorse che riguardino l’emergenza idrogeologica, l’emergenza infrastrutturale.
E’ un passo molto importante, molto avanti, ma non ci basta. Occorre mettere le autonomie
locali in condizione di svolgere fino in fondo il loro ruolo, quello per il quale
l’autonomia locale è nata, in riferimento ai problemi veri dei propri cittadini.