2013-11-22 08:24:16

Cina: la Corte suprema dice "no" alle confessioni sotto tortura


La Corte suprema cinese ha deciso di invalidare le confessioni estorte con una qualche forma di tortura. Così una delle tante pratiche in uso nel sistema legale cinese, oggetto di attenzione e condanne della conmunità internazionale, potrebbe presto diventare illegale. “Devono essere eliminati l’interrogatorio sotto coercizione per ottenere una confessione, come pure l’uso di freddo, fame, disidratazione, eccessivo calore, affaticamento o altri metodi illegali per ottenere confessioni”, ha comunicato la Corte sul suo microblog ufficiale. Un invito indirizzato ai tribunali di ogni livello in tutto il Paese. Contemporaneamente, sono state anche definite regole più severe per i casi di condanna a morte, chiedendo che siano fornite prove adeguate e che i casi possano essere affidati soltanto ai giudici più esperti. “Devono essere valutate le prove. Il concetto e la pratica tradizionali che indicano la prevalenza delle testimonianze devono essere cambiati a favore dell’esame e dell’utilizzo di prove circostanziate”. La decisione dei giudici supremi si associa all’impegno governativo espresso la scorsa settimana di ridurre il numero dei reati che oggi richiedono la pena capitale e anche di chiudere, entro il 2020, i campi di rieducazione attraverso il lavoro, simboli della volontà repressiva della dirigenza comunista. (R.P.)







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