Card. Ravasi: "E' necessaria una riflessione sul comunicare della Chiesa"
“È necessaria una riflessione di ordine generale sul comunicare nella Chiesa”. Lo
ha detto il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della
cultura, intervenuto all’incontro con i giornalisti tenutosi ieri mattina presso la
Libera Università Maria Ss. Assunta (Lumsa) su “Comunicazione e verità nell’era di
Papa Francesco”. L’evento - riferisce l'agenzia Sir - alla presenza del rettore dell’Ateneo
Giuseppe Dalla Torre, ha costituito in un certo senso il prodromo della cerimonia
di conferimento al cardinale della laurea honoris causa in Scienze della comunicazione,
svoltasi poco dopo in occasione dell’inaugurazione dell’Anno accademico 2013 - 2014.
Nella cultura contemporanea, afferma il porporato, “esiste una crisi della comunicazione”
mentre “l’eccesso di comunicazione rischia di diventare negazione della comunicazione”.
Per Ravasi “è necessaria una riflessione di ordine generale sul comunicare nella Chiesa”
perché “c’è un capitolo critico che bisogna avere coraggio di affrontare”. Con riferimento
ai recenti “casi gravi” che hanno coinvolto l’istituzione ecclesiale, “arroccarsi
in formule di autodifesa - avverte il cardinale - risulta controproducente”; meglio
adottare “chiarezza e trasparenza”. “I canoni comunicativi adottati da Papa Francesco
- conclude - possono essere proposti anche in una comunicazione laica”. Il rettore
della Lumsa Giuseppe Dalla Torre, nel conferire la laurea honoris causa al card. Ravasi,
lo ha definito un “comunicatore brillante” che riesce “a penetrare nel segreto della
lingua e sa piegarne gli elementi per una chiara trasmissione del pensiero; che conosce
tutti i più moderni mezzi della comunicazione sociale e sa muoversi con sicurezza
e padronanza nelle moderne agorá virtuali, di cui è disseminata la nostra età”. Nel
suo omaggio al porporato, Dalla Torre osserva che le sue capacità comunicative “sono
riuscite a dischiudere alla religione ed alla Chiesa mondi lontani, se non addirittura
ostili; hanno vinto freddezze e resistenze, rispetto al fatto religioso, di ambienti
largamente secolarizzati; hanno riportato la Parola laddove scorrono le parole ordinarie
di una quotidianità spesso banale, che sembra aver perso persino la nostalgia di Dio”.
E la “grande esperienza” del “Cortile dei gentili” sta là a dimostrarlo. Brillante
comunicatore ma anche illustre biblista; anzi, chiosa Dalla Torre, “grande comunicatore
proprio perché biblista profondo e sottile” testimoniando il “nesso strettissimo”
tra Scrittura e comunicazione. (R.P.)