"Una Buona Notizia per te!": la Parola di Dio, mistero di luce, al centro del nuovo
libro del card. Comastri
Si intitola "Una Buona Notizia per te!" il nuovo libro del cadinale Angelo Comastri,
vicario generale del Papa per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica di
San Pietro. Nel volume, edito dalla Libreria Editrice Vaticana e da Elledici, e presentato
a Roma, sono raccolte le omelie per tutte le domeniche e le feste principali dell'anno
liturgico. L'opera nasce dal cuore e dalla preghiera, più che dalla penna, come ha
ricordato l'autore al microfono di Elvira Ragosta:
R. – Un libro
sulla Parola di Dio non può nascere se non in ginocchio. La Parola di Dio non è un
prodotto commerciale: la Parola di Dio è un mistero di luce. Bisogna, pertanto, aprire
il cuore, in modo che ci entri dentro e noi possiamo diventare un ostensorio che trasmette
la luce. La Parola di Dio si può preparare soltanto in ginocchio.
D. - L’importanza
di questo libro sia per un lettore cristiano sia per un sacerdote che lo utilizzi
come guida per scrivere le sue omelie è, appunto, l’attualità del Vangelo sempre,
in ogni anno e in ogni epoca...
R. – Nei commenti che vengono riportati in
questo libro, la mia prima preoccupazione è stata questa: far capire l’attualità della
Parola di Dio. Noi oggi camminiamo in un mondo in cui tante luci sono spente: è spenta
la luce della bontà; è spenta la luce dell’onestà; è spenta la luce della generosità;
è spenta la luce del perdono. La Parola di Dio può riaccendere tutte queste luci.
Incontrando la Parola di Dio si entra in una vita veramente nuova, che è poi la vita
che tutti sogniamo: la vita pulita, la vita bella e quindi anche la vita felice. Come
diceva Madre Teresa di Calcutta, infatti, “bontà e felicità sono sinonimi”.
D.
– A proposito di Madre Teresa, lei ha avuto incontri molto importanti con lei. Ce
n’è qualcuno che ricorda con emozione particolare?
R. – Quello che mi ha colpito
è un incontro con un gruppo di giornalisti, dopo l’assegnazione del Premio Nobel.
La Madre ricevette il Nobel nel dicembre del 1979. E ricordo che un giornalista disse
alla Madre: “Lei, ormai, Madre, ha 70 anni, il più della vita l’ha vissuto e non è
cambiato un gran che nel mondo; non si affatichi tanto, tanto non vale la pena”. Mi
ricordo che la Madre rimase stupita, e poi rispose: “Ma io non ho la pretesa di cambiare
il mondo; il mondo lo cambierà il Signore; io cerco di essere soltanto una goccia
di acqua pulita, nella quale si possa riflettere il volto bello di Dio”. E guardandolo
aggiunse: “Le pare poco?”. Io vedo ancora il giornalista, che rimase silenzioso, a
cui la Madre disse ancora: “Lo faccia anche lei, saremo in due. E’ sposato? Lo faccia
anche con sua moglie, saremo in tre. Ha dei figli?”. “Sì, tre figli”. “Lo insegni
anche ai suoi figli, e saremo in sei. Più mettiamo gocce di acqua pulita nel mare
e più puliamo il mare”.
D. – Questo libro è una raccolta di omelie. Lei ha
spiegato come la storia della predica nasca il giorno della Pentecoste, quando Pietro
esce dal precipizio del rinnegamento e inizia la predicazione...
R. – Certo,
Pietro diventa un trasmettitore del Vangelo, che è una buona notizia, nel momento
in cui si accorge che la buona notizia gli entra dentro. Pietro si accorge di avere
bisogno della misericordia di Dio, e nel momento in cui si consegna alla misericordia
di Dio e piange, e quel pianto lo lava, in quel momento Pietro diventa capace di raccontare
agli altri la misericordia di Dio. E così inizia l’annuncio del Vangelo.