Ginevra: senza "facili" ottimismi si riaprono i colloqui sul nucleare iraniano
Si è aperto a Ginevra il terzo summit fra Teheran e i membri del Consiglio di sicurezza
Onu (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia) più la Germania sul nucleare
iraniano. L'incontro giunge a un giorno dagli attentati suicidi di Beirut contro l'Ambasciata
iraniana costati 25 morti, che hanno riaperto il confronto fra Teheran, Israele e
Arabia Saudita (questi ultimi accusati dai leader iraniani di aver pianificato l'attentato).
L'incontro - riporta l'agenzia AsiaNews - inizia con premesse più caute rispetto alle
precedenti riunioni che, nonostante gli ottimismi iniziali si sono concluse con un
nulla di fatto. L'ayatollah ha messo in guardia il Paese avvertendo che a Ginevra
devono agire entro limiti prestabiliti e l'Iran non farà un passo indietro "di una
virgola" rispetto ai suoi diritti nucleari. Lo stesso Abbas Araghnci, viceministro
degli Esteri iraniano a capo della delegazione, ha dichiarato che i negoziati saranno
"difficili e non si arriverà a nessun accordo se non saranno rispettati i diritti
dell'Iran sui temi del nucleare e dell'arricchimento dell'Uranio". La posizione dei
delegati di Teheran è confermata in un video-messaggio diffuso su Youtube da Javid
Zarif, ministro degli Esteri iraniano, che manifestando il suo ottimismo per la nuova
riuscita del summit chiede però "rispetto per la dignità dell'Iran". "A noi iraniani
- afferma - l'energia nucleare non serve per inserirci all'interno di un club o per
minacciare gli altri Paesi. L'energia atomica riguarda il nostro sviluppo, la possibilità
di decidere il nostro destino e fare in modo che esso non venga deciso da altri".
Il recente rapporto dell'Agenzia Onu per l'energia atomica (Aiea) ha in parte confermato
le tesi iraniane. Fra agosto e settembre solo quattro centrifughe rudimentali sono
state aggiunte al reattore di Natanz. Gli esperti dell'agenzia Onu sottolineano che
gli iraniani hanno una riserva di oltre 7mila chilogrammi di uranio arricchito al
5 % (U - 235) e 196 chilogrammi al 20%. La quantità è troppo bassa per consentire
la fabbricazione di ordigni nucleari ed è al di sotto della linea rossa stabilita
nel 2012 da Israele pari a 240 chilogrammi. Inoltre una parte delel scorte di uranio
al 20% è stata convertita in barre combustibili, rendendo di fatto molto ardua la
loro riconversione in materiale fissile adatto alla costruzione di un ordigno atomico.
Il nuovo volto dell'Iran emerso dopo l'elezione del presidente riformista Hassan Rouhani
ha ridisegnato il blocco dei Paesi del Consiglio di sicurezza con Stati Uniti, Gran
Bretagna, Germania, Cina e Russia tutti risoluti mantenere la linea diplomatica. Finora
solo la Francia sostiene la linea dura delle sanzioni e dell'isolamento. Gli Stati
Uniti, attraverso l'amministrazione Obama, sono fra i più forti sostenitori dell'opportunità
del dialogo con l'Iran. Israele resta il più strenuo avversario del programma nucleare
iraniano e sostiene che Teheran stia ingannando il mondo. Per tentare di fermare un
possibile accordo fra i "5+1" e Iran, Netanyahu è volato in Russia e oggi incontrerà
il presidente russo Vladimir Putin. La posizione israeliana è sostenuta dall'Arabia
Saudita, impegnata in una lotta indiretta contro Teheran per l'egemonia nella regione.
(R.P.)