Pakistan. Conclusione dell’Anno della Fede: le sfide del sacerdozio nel mondo moderno
A conclusione dell’Anno della Fede, la Chiesa pakistana riflette sul ruolo e sul carisma
del sacerdozio. Dopo diverse iniziative ecumeniche dedicate al tema della pace e dell’unità,
la comunità cattolica in Pakistan ha voluto concludere l’Anno della Fede focalizzando
l’attenzione su tutti i giovani in formazione, che si preparano al sacerdozio, organizzando
un seminario tenutosi nei giorni scorsi all’Istituto filosofico pontificio San Francesco
Saverio a Lahore. Al seminario, incentrato sul tema “Le sfide di sacerdozio nel mondo
moderno” - riferisce l'agenzia Fides - hanno preso parte seminaristi dalle diocesi
di Lahore , Karachi, Islamabad- Rawalpindi, Faisalabad e Multan. “Ogni uomo ha bisogno
di una guida spirituale per compiere un cammino spirituale nella fede e per avvicinarsi
a Dio”, ha detto padre Nadeem John Shakir, Segretario della Commissione per le Comunicazioni
Sociali nella Conferenza episcopale del Pakistan e direttore del Centro multimediale
“Rabita Manzil”. Padre Shakir, relatore principale del seminario, ha rimarcato le
sfide principali che ogni sacerdote oggi affronta nel mondo moderno, riferendosi soprattutto
al contesto pakistano: il fondamentalismo; l’individualismo; il nepotismo; il settarismo
comunitario. Esercitando il ministero sacerdotale in un mondo attraversato da tali
fenomeni, può accadere che un prete “vada in crisi di fede e stenti a ritrovarsi”.
Per affrontare tali sfide, il sacerdote deve ripartire da tre pilastri: “Sacra Scrittura;
sacra tradizione; autentico insegnamento della Chiesa”. Se un sacerdote “non dimora
in Cristo e Cristo non dimora in lui, non può dare Cristo agli altri”, ha detto il
relatore. Per questo “un prete non finisce mai di imparare a conoscere, a essere,
a fare, a vivere insieme”. Padre Shakir ha citato Giovanni Paolo II, ricordando che
ogni sacerdote, chiamato a essere “radicato in Cristo Signore, è un dono di Dio alla
sua Chiesa per mezzo dello Spirito Santo”. (R.P.)