2013-11-18 18:27:43

Nepal oggi alle urne. Attentato a Kathmandu


Esplode una bomba in un sobborgo di Kathmandu provocando tre feriti, tra cui un bambino, a poche ore dall'apertura delle urne in Nepal per eleggere l'Assemblea costituente. L’assemblea dovrà redigere, entro un anno, una Costituzione democratica dopo i falliti tentativi dei quattro governi di coalizione precedenti. Attentati, violenze e scioperi sono stati organizzati da giorni dai maoisti più radicali che vogliono boicottare il voto di oggi. Cecilia Sabelli ha raggiunto telefonicamente a Kathmandu Barbara Monachesi, responsabile dell’Associazione Onlus Apeiron:RealAudioMP3

R. – E’ stata creata un’alleanza anti-elezioni di 33 partiti guidata principalmente dal partito maoista che effettivamente si è dichiarato fin da subito contrario a queste elezioni. Stanno cercando in tutti i modi di evitare che la gente riesca ad arrivare in tempo ai villaggi per votare e hanno cercato anche di evitare lo svolgimento delle manifestazioni a favore di uno o dell’altro candidato. Ci sono state anche diverse aggressioni ad uffici di partito e a residenze di candidati. La cosa forse più preoccupante è che ci siamo resi conto in questi giorni che le informazioni che noi ricevevamo dal nostro staff, che è dislocato in diversi distretti, circa incidenti, scontri, violenze non collimavano con quanto risultava nei giornali. Abbiamo saputo, per esempio, che anche a Pokhara – che è una nota meta turistica – ci sono state aggressioni anche a bus che trasportavano turisti, e questa è una cosa assolutamente insolita. Che si sappia, nessuno è stato ferito. Ma la cosa è preoccupante, perché sembra quasi che da parte del governo ci sia il desiderio di coprire “scompigli” che invece sono abbastanza importanti.

D. – Il partito maoista di Kamal Dahal, detto Pachanda, sembra essere tra i favoriti, nonostante sia uno dei più criticati dai radicali a capo di queste proteste …

R. – Nelle precedenti elezioni avevano vinto a pieni voti, anche se sulla legalità di quelle elezioni abbiamo i nostri dubbi. Rimane comunque un partito molto seguito e sul quale tanti avevano riposto diverse speranze perché si erano posti come quelli che potevano rompere con il sistema, con la tradizione, con il nepotismo che è sempre stato molto presente nella politica anche nepalese. Molti sono stati quelli che sono stati disillusi, perché in realtà, una volta saliti al potere hanno posto in essere gli stessi meccanismi un po’ perversi dei loro predecessori …

D. – Le accuse che infatti più frequentemente vengono rivolte ai maoisti al potere, riguardano il loro stile di vita altolocato mentre in Nepal la situazione umanitaria rimane complessa, non è vero?

R. – La situazione rimane ancora molto critica perché c’è una percentuale altissima – almeno il 40 per cento della popolazione – che sembra ancora vivere al di sotto della soglia della povertà. Significa vivere con meno di un 1,25 euro al giorno. Anche nella capitale, lo stato dei lavoratori rasenta la schiavitù, per cui lavorano per nulla se non, magari, per il cibo del giorno. Stiamo parlando di un Paese che è uno dei più poveri al mondo – mi sembra il 12.mo – e sicuramente il più povero del Sudest asiatico.

D. – Può una nuova Costituzione rappresentare una soluzione alle problematiche del Paese?

R. – Una Carta costituzionale avrà certamente un suo valore e sarà importante che dia la possibilità di riconoscere i diritti civili, politici e religiosi di tutti. Il problema sarà la sua attuazione, perché comunque il Paese è distante anni luce da uno sviluppo. Noi lavoriamo principalmente con le donne, e devo ammettere che per esempio negli ultimi anni la situazione delle violenze domestiche sembra essersi triplicata. La situazione sembra peggiorare sempre di più. Ci si aspettava, tutti, un miglioramento, con la fine della guerra civile; devo ammettere che avevamo sbagliato.

Ultimo aggiornamento: 19 novembre







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