Istituito dal dicastero dei Migranti un fondo in aiuto dei marittimi delle Filippine
Un fondo speciale per finanziare progetti di ricostruzione a lungo termine nelle Filippine,
per il post tifone Hayian. A istituirlo è stato il Pontifico Consiglio della Pastorale
per i Migranti e gli Itineranti, responsabile dell’Apostolato del Mare, con una donazione
inziale di 10 mila dollari. Il fondo aiuterà la gente di mare delle aree colpite a
ritornare a una vita normale. Fabio Colagrande ha chiesto al cardinale Antonio
Maria Vegliò, presidente del dicastero vaticano, come sia nata questa iniziativa:
R. – L’Apostolato
del Mare non è nuovo a queste iniziative. Nel corso di questi anni, abbiamo promosso
una prima colletta internazionale subito dopo lo spaventoso tsunami che colpì una
vasta area dell’Asia nel 2004. Successivamente, ci siamo attivati, nel 2011, a seguito
del terremoto e del conseguente tsunami che si sono abbattuti sul Giappone.
In queste settimane, un altro terremoto e poco dopo un terribile tifone hanno duramente
provato le Filippine. Appena ci siamo resi conto dell’immensità della tragedia, ci
siamo mobilitati, stimolati anche da diversi Centri dell’Apostolato del Mare nel mondo,
che ci hanno chiesto come poter intervenire. Fra tutti i solleciti che abbiamo ricevuto,
ci ha commosso soprattutto quello dei pescatori del Giappone, che due anni fa avevano
ricevuto i sussidi dell’Apostolato del Mare e ora ci hanno espresso il desiderio di
portare a loro volta soccorso ai pescatori Filippini.
D. – Molti filippini
che lavorano come marittimi si trovavano lontani dai loro cari quando il tifone Hayan
ha sconvolto l’arcipelago asiatico. Quale assistenza particolare hanno ricevuto?
R.
– Sono state molte le iniziative messe in atto dai diversi Centri dell’Apostolato
del Mare. Sono state organizzate veglie di preghiera e celebrate Sante Messe di suffragio
per le vittime. Supporto psicologico è stato dato a coloro che venivano dalle zone
colpite e sono state distribuite gratuitamente carte telefoniche e dato accesso gratuito
ad Internet. Da segnalare la sensibilità dimostrata dalla Compagnia di crociere "Carnival"
che ha chiesto all’Apostolato del Mare di inviare cappellani cattolici su alcune delle
sue navi per offrire aiuto e sostegno agli equipaggi formati per la maggioranza da
marittimi filippini cattolici.
D. – Quali progetti saranno finanziati da questo
fondo?
R. – Il nostro intento è quello di intervenire non appena sarà terminata
la fase iniziale dell’emergenza. Punteremo su progetti di ricostruzione del tessuto
sociale, fornendo anche aiuto materiale alla gente del mare. Come per le calamità
precedenti, ci siamo messi in contatto con i cappellani dell’Apostolato del Mare nelle
Filippine. Insieme con loro, stiamo individuando i luoghi e le situazioni che più
di altre necessitano di un aiuto pratico e concreto, come ad esempio la ricostruzione
di alloggi, l’acquisto di barche, di motori e di reti da pesca, senza dimenticare
le borse di studio per gli orfani. A questo scopo, mi permetta di rivolgermi agli
ascoltatori, per informarli che troveranno indicazioni per i versamenti sul nostro
sito web: www.pcmigrants.org.
D. – Non è il primo progetto simile da parte
del vostro dicastero. Perché questa attenzione particolare per i marittimi?
R.
– Innanzitutto, c’è da dire che al Pontificio Consiglio spetta l’alta direzione dell’Apostolato
del Mare. Considerando poi che i marittimi nel mondo sono un milione e duecentomila
– e circa un terzo di loro sono filippini, ai quali regolarmente offriamo il nostro
servizio pastorale nei centri Stella Maris del mondo – è naturale che ci attiviamo
in loro favore. Inoltre, non bisogna dimenticare che l’Apostolato del Mare si occupa
anche dei pescatori e, da alcune stime iniziali fatte, sembra che oltre la metà delle
vittime siano poveri pescatori che hanno perso tutto, non soltanto i loro cari, ma
anche la casa e i loro strumenti di lavoro: le barche e le reti. Questi poveri pescatori
vivevano nelle zone costiere delle province devastate dal super tifone Haiyan. Ci
vorrà molto tempo perché si riprendano da tutte queste perdite e noi vogliamo offrire
loro un contributo per ricominciare la loro vita ed essere autosufficienti.