Terrorismo in Pakistan: vescovo di Islamabad, uniti per la pace. A Rawalpindi imposto
coprifuoco
Terrorismo, violenze, scontri tra forze regolari e talebani, attacchi contro singole
persone e comunità, come avvenuto a settembre scorso contro i cristiani di Peshawar.
È il quadro del Pakistan, tracciato all’agenzia AsiaNews da mons. Rufin Anthony, vescovo
di Islamabad – Rawalpindi. "Dobbiamo restare uniti e continuare a pregare per la pace
in Pakistan”, afferma, denunciando che il Paese è “vittima del terrorismo”, terreno
fertile per nuove azioni violente. Nelle scorse settimane si era ipotizzato un timido
tentativo di colloqui di pace fra Islamabad e il fronte islamista, interrotto dalla
morte improvvisa del leader del Tehrik e Taliban Pakistan, Hakim Ullah Mashud, ucciso
in un raid dei droni Usa all’inizio del mese. Proprio in vista di possibili tentativi
di dialogo coi talebani, Islamabad ha condannato con forza l'attacco degli aerei senza
pilota statunitensi, che in diverse occasioni hanno colpito anche la popolazione civile
e hanno mietuto vittime innocenti. La morte del leader talebano è avvenuta a pochi
giorni di distanza dal viaggio negli Usa del premier pakistano Nawaz Sharif, che ha
messo proprio i raid dei droni al centro dei colloqui con Washington. Intanto a Rawalpindi
le autorità hanno imposto il coprifuoco dopo i violenti scontri tra sunniti e sciiti
che hanno provocato 14 morti. Bloccati anche i servizi di telefonia mobile. (G.A.)