Libia. Ancora scontri a Tripoli. Iniziato lo sciopero dei settori pubblici
Continua a essere instabile la situazione in Libia dove alle 43 vittime di venerdì,
ieri – giornata in cui si sono registrati disordini a Tajura ad opera dei miliziani
di Misurata - se ne è aggiunta un’altra a Tripoli, nell’ambito degli scontri tra
fazioni diverse che hanno causato anche decine di feriti sia tra i miliziani, sia
tra i civili inermi. E se ieri nella capitale si sono conclusi i tre giorni di lutto
indetti dal sindaco Al Badri per le vittime, il Consiglio locale della città ha annunciato
uno sciopero di tre giorni in tutti i settori pubblici: una sorta di protesta contro
il rinfocolarsi delle violenze. In merito ha parlato anche il primo ministro Ali Zeidan,
che nel suo appello pubblico a “porre fine ai combattimenti” ha anche chiesto ai gruppi
armati di lasciare Tripoli. Appelli alla pacificazione vengono pure dall’estero: sia
l’Unione Europea, sia la missione delle Nazioni Unite in supporto al Paese (Unsmil)
hanno condannato i fatti, chiesto la fine degli scontri e difeso il diritto dei cittadini
libici a manifestare pacificamente, ribadendo la necessità di “concentrarsi sulla
transizione democratica” della Libia. All’unanime condanna si è aggiunta anche la
voce del segretario di Stato americano Kerry, che ha invitato tutte le parti alla
moderazione, ricordando che non era questo lo spirito della rivoluzione iniziata nel
2011 che portò a un rapido rovesciamento del regime di Gheddafi. (R.B.) Ultimo
aggiornamento: 18 novembre