Scissione di Pdl e Scelta Civica. Berlusconi rilancia Forza Italia, Alfano battezza
il Nuovo Centrodestra
Il giorno dopo la rottura nel Pdl questa mattina, nel corso del Consiglio nazionale,
Silvio Berlusconi ha lanciato ufficialmente la rinascita di Forza Italia. Nel contempo
la corrente delle cosiddette colombe guidata dal vicepremier Alfano ha annunciato
la formazione dei gruppi autonomi del “Nuovo Centrodestra”. “Una divisione – ha detto
Berlusconi - che va contro l’unione dei moderati”. Ed è scissione anche all’interno
di Scelta Civica con l’abbandono dell’ala cattolica. Sulla fine del Pdl, Paolo
Ondarza ha sentito Paolo Pombeni, docente alla Facoltà di Scienze Politiche
dell'Università di Bologna:
R. – Che l’anima
del centrodestra d’Italia sia un’anima “populista” oppure sia un’anima “moderata-razionale”,
è quanto si verificherà alle prime elezioni che ci saranno nel prossimo futuro. La
scissione del Pdl è una scelta per molti aspetti suicida, perché partiti che vogliono
presentarsi come alternativa globale hanno bisogno di grandi masse di voti e nel centrodestra
ci sono entrambe le anime: la grande forza dei partiti cosiddetti “pigliatutto” è
sempre stata quella di tenere insieme gli uni e gli altri. Semmai, il problema era
di chi deteneva il timone. Questa possibilità di tenersi insieme è andata a rotoli
e quindi questo mette molto in crisi la possibilità di vittoria del centrodestra.
Infatti, è difficile immaginare che questi – come qualcuno dice – marcino divisi e
colpiscano uniti.
D. – Nel contempo, si registra anche un divorzio all’interno
di Scelta Civica e l’area “cattolica” – possiamo definirla così – all’interno di Scelta
Civica, sembra voler andare incontro al nuovo centrodestra fuoriuscito dal Pdl …
R.
– La mia impressione è che la famosa transizione alla Seconda Repubblica si stia consumando
in questi giorni, perché fondamentalmente stanno venendo meno tre culture tradizionali:
una è la cultura tradizionale della sinistra comunista e post-comunista, che Renzi
sta effettivamente rottamando. L’altra è la cultura tradizionale del centrodestra,
che è quella che ha fatto Berlusconi e adesso il fallimento dell’esperienza Monti
ha bruciato anche l’idea che il futuro possa essere in mano ad una non meglio identificata
“tecnocrazia responsabile”. Oggi, chiaramente la dissoluzione di Scelta Civica pone
un problema agli uomini che si sono resi conto che quella non era una via percorribile.
Al momento, questi sembrano inclinare di più verso una scelta dell’area del Partito
popolare europeo, che è indubbiamente un’area di centrodestra moderato o di centro-centro
… Una probabilità che la situazione evolva in questa direzione effettivamente esiste.
D.
– Spostando lo sguardo sul presente: il governo Letta, chiamato ad affrontare le sfide
della crisi economica, a questo punto è più debole dopo la scissione del Pdl?
R.
– Ma, sì … entro certi limiti … nel senso che, anche quando il Pdl non era scisso
non ha mai smesso di mettergli i bastoni tra le ruote, così come peraltro hanno fatto
anche altre componenti del Pd. Il governo Letta è un governo di necessità nazionale
che sta in piedi a dispetto di tutto, quindi è un governo da un lato debolissimo e
dall’altro lato molto forte, perché finché non si trova una soluzione diversa a questa
emergenza nazionale, è molto difficile farlo cadere …