Primo Forum delle università cattoliche e pontificie di Roma
Università cattoliche e pontificie della capitale riunite per la prima volta insieme
in un Forum. L’iniziativa, pensata dall'ufficio per la pastorale universitaria della
diocesi di Roma in occasione dell’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI, si è tenuta
oggi presso la sede della Pontificia Università Lateranense. I rettori delle università
cattoliche e pontificie si sono riuniti con l’obiettivo di presentare la propria proposta
culturale e quella formativa nella prospettiva di “Comunicare la fede”, come recita
il titolo del convegno. Sull’argomento, Cecilia Sabelli ha intervistato il
rettore dell’Università cattolica di Milano, Franco Anelli, tra i relatori
del Forum:
R. - A parlare
sono riuniti non solo i rettori, ma sono presenti anche le delegazioni dei diversi
atenei: la proposta formativa che più ampiamente è la proposta culturale - che attiene
ad attività non solo didattiche, ma anche di ricerca - è generata, prodotta e realizzata
da chi fa parte delle università. Perciò non solo dai rettori o dai docenti, ma anche
dagli stessi studenti, per esempio, che con la loro presenza danno senso all’agire
dei docenti e attraverso la loro disponibilità ad apprendere ne orientano l’attività.
Con il Forum proviamo a riflettere e a mettere insieme le idee e le esperienze di
tutti per vedere secondo quali linee possono organizzarsi attività che siano di utilità
nell’essere testimoni della fede nel contesto romano.
D. - Quali sono stati
gli argomenti affrontati più da vicino nel corso del Forum?
R. - Abbiamo temi
che possono riguardare il metodo ed altri che riguardano il contenuto. Il metodo riguarda
il modo di essere presenti come testimoni di un orientamento culturale ispirato dalla
fede in un contesto che è invece secolarizzato, rendendosi appunto protagonisti del
dibattito e non cadendo invece nel rischio - che può essere sempre presente - di una
autolimitazione dell’ambito operativo. Diventa altrimenti difficile essere efficaci
nella comunicazione del messaggio del quale ci si vuole rendere portatori. L’altro
aspetto è quello dei contenuti: è emersa un’attenzione particolare a temi come la
famiglia, il ruolo della persona e della vita. Importante anche il tema più specifico
dell’insegnamento di materie che sono propriamente religiose, soprattutto nell’ambito
di università cattoliche che non sono università che si occupano di discipline sacre,
ma evidentemente di discipline laiche nelle quali, però, è presente l’insegnamento
della teologia, che deve trovare un proprio adeguato e appropriato statuto e sulla
quale è giusto fare anche riflessioni.
D. - Quali le azioni pensate per il
futuro: sono in programma nuovi incontri?
R. - Credo che si possa dare con
convinzione risposte affermative: sta emergendo un interesse di tutti i partecipanti
a coltivare queste esperienze, questa occasione di dialogo e di confronto. Per quanto
riguarda le linee di azione credo che queste più che essere universali, debbano essere
pensate rispetto a obiettivi specifici, o a collaborazioni tra singoli atenei per
programmi comuni. Tali programmi si inseriranno poi in un contesto di una strategia
complessiva che ci può essere data anzitutto dal Vicariato e da coloro, tra le varie
università, che si fanno promotori di buone idee e di buone iniziative.