Vescovi europei: sulle migrazioni indicano "solidarietà e flessibilità"
Un approccio “più umano” alle migrazioni, una maggiore “flessibilità” e “apertura”
nell’affrontare il fenomeno, maggior cooperazione allo sviluppo con i Paesi d’origine
dei flussi migratori, maggior accoglienza nelle comunità parrocchiali, lotta aperta
alla tratta di esseri umani: sono alcuni degli elementi distintivi che vengono sottolineati
dai vescovi europei al termine dell’Assemblea plenaria Comece (Commissione degli episcopati
della Comunità europea), che si è conclusa a Bruxelles. I lavori si sono concentrati
sulle migrazioni; sono stati ricordati i recenti accadimenti nel Mediterraneo, che
sollecitano la comunità ecclesiale oltre che quella civile. In un messaggio finale,
la Comece sottolinea che è bene “distinguere tra migrazione regolare e irregolare”;
i vescovi ritengono “che il quadro legale debba sempre essere rispettato”, ma è necessaria
“una maggior flessibilità e apertura alle situazioni umane particolari”. L’Assemblea
ha ascoltato la relazione di un funzionario della Commissione Ue sulle regole relative
all’asilo. D’altro canto, sottolineano i vescovi, “gli Stati membri mediterranei sentono
di portare una parte troppo grande del problema”. Comece rende noto che “i vescovi
hanno ricevuto una lettera dai loro confratelli maltesi che chiede maggiore solidarietà
verso il loro Paese”. In questo senso “è essenziale che tutti i Paesi Ue siano solidali
tra loro”. Aprendo martedì i lavori dell'Assemblea, il card. Reinhard Marx, presidente
della Comece, aveva affermato che “abbiamo bisogno di più Europa, per arrivare ad
una Europa migliore”. La relazione del card. Marx si è sviluppata in diversi capitoli,
a partire dall’elezione di Papa Francesco e dall’incontro con il Pontefice da parte
del presidium Comece, nel maggio scorso; un ulteriore capitolo si è soffermato sulla
“voce della Chiesa in Europa nel momento presente”. (R.P.)