Filippine: aiuti in ritardo, Ban Ki-moon: “situazione al limite”. Difficile anche
stabilire il numero delle vittime
Sempre drammatica la situazione nelle Filippine, dopo il passaggio del tifone Haiyan.
Sono oltre 11 milioni e mezzo le persone colpite, mentre aumenta il numero degli sfollati
e dei senzatetto. Intanto il ritardo negli aiuti sta provocando tensioni tra la popolazione,
con sempre più frequenti atti di sciacallaggio. Il segretario generale dell’Onu, Ban
Ki-moon, parla di “devastazione totale e situazione al limite”. Il servizio è di Stefano
Vecchia:00:01:00:34
Dati contraddittori segnano oggi la settimana
dall'arrivo sulle regioni centrali delle Filippine del devastante tifone Haiyan.
Questa mattina , infatti il Consiglio nazionale per la gestione e la riduzione del
rischio dei disastri ha comunicato che i morti sarebbero 2360, i feriti 3853 e 77
i dispersi. Dati che collidono con quelli diffusi ieri dall'Ufficio delle Nazioni
Unite per gli Affari umanitari, che citando fonti governative ha parlato di 4460 morti
complessivi – quasi il doppio del dato della protezione civile. Una valutazione comunque
assai distante da quella indicata in un bollettino affisso questa mattina nel municipio
della città più colpita, Tacloban, che segnala 4000 decessi solo in questo centro
abitato. Sotto pressione all'interno e davanti alle critiche internazionali, il presidente
Benigno Aquino, che due giorni fa aveva valutato in non più di 2500 il numero complessivo
dei morti e dei dispersi e che annunciato la sua visita domani all'isola di Leyte,
ha chiesto al paese di continuare a sostenere le vittime del tifone.
Sulla
situazione in atto nell’arcipelago asiatico, Salvatore Sabatino ha intervistato
Matteo Ciarli, delegato della Croce Rossa italiana nelle Filippine:00:02:51:36
Intanto
è giunta di fronte alle coste delle Filippine la portaerei statunitense George Washington,
con i suoi 21 elicotteri. Ed è in volo il primo aereo cargo con a bordo aiuti italiani,
forniti dal ministero degli Esteri: arriverà oggi sull'isola di Cebu. Sull’attuale
situazione nel Paese, sentiamo al microfono di Salvatore Sabatino, Matteo Ciarli,
delegato della Croce Rossa italiana nelle Filippine:
R. – La situazione
è abbastanza pesante, nel senso che si tratta di un'area composta da tante isole,
con strade poco praticabili e con aeroporti e porti anche poco praticabili. Quindi,
abbiamo dei forti problemi di logistica. Calcoliamo che il numero delle vittime siano
tra un minimo di 1.200 e un massimo stimato di 2.500. La popolazione coinvolta è di
circa di 11 milioni e mezzo di persone. Le persone che invece non hanno casa, che
hanno perso completamente la loro casa e sono in questo momento per strada, sono 550
mila circa.
D. – Di cosa ha urgentemente bisogno la popolazione filippina?
R.
– Le persone sopravvissute che non hanno casa hanno principalmente bisogno di mangiare
e di bere. Quindi, noi stiamo intervenendo in questo senso: stiamo predisponendo dei
potabilizzatori, che producono 3-4 mila litri di acqua l’ora. E interveniamo anche
con coperte, kit di riparazione delle case, oppure tende per famiglie nel caso non
ci sia più una casa. Inoltre, procuriamo dei set per cucinare, dei set per l’igiene
personale, i bidoni per la raccolta dell’acqua, le zanzariere e i materassini…
D.
– Ovviamente, immagino ci siano anche delle emergenze sanitarie in corso o comunque
potrebbero esserci...
R. – Ovviamente. Stiamo predisponendo degli ospedali
da campo con medici, infermieri e medicinali in arrivo. E questo per dare supporto
al Ministero della salute di Manila, che comunque ha una sua struttura, ma che con
le sue forze non riesce a soddisfare tutti i bisogni.
D. – Arrivano anche
notizie di atti di sciacallaggio sempre più frequenti. Ci può confermare questa notizia?
R.
– Purtroppo sì, perché parliamo comunque di persone che sono ormai al sesto giorno
senza magari cibo o acqua particolarmente potabile. Quindi, diventano nervosi e si
rendono conto che c’è cibo in determinate zone, non si fanno grandi problemi e attaccano
e rubano. In alcuni casi senza particolare violenza, in altre magari sono bande armate
per cui diventa un pochino più pericoloso. Questo crea un problema anche per noi,
perché non siamo tutelati da un punto di vista della sicurezza e quindi dobbiamo prendere
delle misure che rendono il nostro intervento un pochino più complicato.
D.
– Il mondo, abbiamo visto, si sta mobilitando per aiutare la popolazione filippina,
molte sono le iniziative in atto e anche voi avete organizzato una raccolta fondi…
R.
– Sì, attraverso il nostro sito di Croce Rossa Italiana, insieme ad altre Ong italiane,
abbiamo organizzato una grande raccolta fondi. In questo momento, siamo proprio sul
posto per valutare come meglio utilizzare questi fondi: è importante anche capire
quali siano le primarie necessità. Abbiamo già inviato cinque team in cinque zone
diverse nelle aree colpite per andare, appunto, a determinare quelli che sono i bisogni
principali in modo da fare uso diquesti fondi nella maniera più corretta.