Il Papa al Quirinale: busso idealmente alla porta di ogni italiano, il Paese ritrovi
la concordia
Impegnarsi con rinnovata convinzione a sostenere la famiglia: è uno dei passaggi forti
del discorso che Papa Francesco ha rivolto ieri mattina nella sua visita al Quirinale
al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano. Il Pontefice ha messo
l’accento sull’importanza della collaborazione tra Chiesa e Stato, ha ricordato le
sue origini italiane, quindi ha auspicato che la nazione ritrovi “creatività e concordia”
necessarie al suo sviluppo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Un “segno di
amicizia” che conferma “l’eccellente stato delle reciproche relazioni” tra Italia
e Santa Sede. Con queste parole, Papa Francesco ha sintetizzato il senso della sua
visita al Quirinale. E rivolgendosi a Giorgio Napolitano ha subito rammentato i suoi
“tanti gesti di attenzione” per la sua persona come anche per Benedetto XVI. Al mio
predecessore, ha detto il Papa, “desidero rivolgere in questo momento il nostro pensiero
e il nostro affetto”. Quindi, ha fatto riferimento alle sue origini italiane:
“RendendoLe
visita in questo luogo così carico di simboli e di storia, vorrei idealmente bussare
alla porta di ogni abitante di questo Paese, dove si trovano le radici della mia famiglia
terrena, e offrire a tutti la parola risanatrice e sempre nuova del Vangelo”.
Ripensando
ai “momenti salienti nelle relazioni tra lo Stato italiano e la Santa Sede”, Papa
Francesco ha ricordato l’inserimento nella Costituzione dei Patti Lateranensi e l’Accordo
di revisione del Concordato, di cui a breve ricorrerà il 30.mo anniversario. Qui,
ha osservato, abbiamo “il solido quadro di riferimento normativo per uno sviluppo
sereno dei rapporti tra Stato e Chiesa in Italia”. Un quadro, ha soggiunto, che “riflette
e sostiene la quotidiana collaborazione al servizio della persona umana in vista del
bene comune, nella distinzione dei rispettivi ruoli e ambiti d’azione”:
“Tante
sono le questioni di fronte alle quali le nostre preoccupazioni sono comuni e le risposte
possono essere convergenti. Il momento attuale è segnato dalla crisi economica che
fatica ad essere superata e che, tra gli effetti più dolorosi, ha quello di una insufficiente
disponibilità di lavoro”.
E’ necessario, ha poi avvertito, “moltiplicare
gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere ed irrobustire ogni segno
di ripresa”:
“Il compito primario che spetta alla Chiesa è quello di testimoniare
la misericordia di Dio e di incoraggiare generose risposte di solidarietà per aprire
a un futuro di speranza; perché là dove cresce la speranza si moltiplicano anche le
energie e l’impegno per la costruzione di un ordine sociale e civile più umano e più
giusto, ed emergono nuove potenzialità per uno sviluppo sostenibile e sano”.
Quindi,
Papa Francesco ha rammentato le sue prime visite pastorali in Italia:
“A
Lampedusa, anzitutto, dove ho incontrato da vicino la sofferenza di coloro che, a
causa delle guerre o della miseria, si avviano verso l’emigrazione in condizioni spesso
disperate; e dove ho visto l’encomiabile testimonianza di solidarietà di tanti che
si prodigano nell’opera di accoglienza”.
Ha così ricordato la visita a
Cagliari e quella ad Assisi, “per venerare il Santo che dell’Italia è patrono e di
cui ho preso il nome”. Anche in questi luoghi, ha affermato, “ho toccato con mano
le ferite che affliggono oggi tanta gente”. Ed ha sottolineato che “al centro delle
speranze e delle difficoltà sociali, c’è la famiglia”:
“Con rinnovata convinzione,
la Chiesa, continua a promuovere l’impegno di tutti, singoli ed istituzioni, per il
sostegno alla famiglia, che è il luogo primario in cui si forma e cresce l’essere
umano, in cui si apprendono i valori e gli esempi che li rendono credibili. La famiglia
ha bisogno della stabilità e riconoscibilità dei legami reciproci, per dispiegare
pienamente il suo insostituibile compito e realizzare la sua missione”.
La
Chiesa, ha detto ancora, “mette a disposizione della società le sue energie” e al
tempo stesso chiede che la famiglia sia “apprezzata, valorizzata e tutelata”:
“Signor
Presidente, in questa circostanza mi è caro formulare l’auspicio, sostenuto dalla
preghiera, che l’Italia, attingendo dal suo ricco patrimonio di valori civili e spirituali,
sappia nuovamente trovare la creatività e la concordia necessarie al suo armonioso
sviluppo, a promuovere il bene comune e la dignità di ogni persona, e ad offrire nel
consesso internazionale il suo contributo per la pace e la giustizia”.