2013-11-13 08:15:43

Siria. L’opposizione nomina un governo provvisorio nelle aree conquistate


Un governo provvisorio per le aree della Siria non più controllate dalle forze di Assad, ma già finite sotto il controllo dei ribelli. Lo ha nominato la Coalizione nazionale siriana, principale raggruppamento dell'opposizione al regime di Damasco. Da parte loro, i curdi del nordest - che rappresentano circa il 15% della popolazione siriana - hanno già annunciato la formazione di un esecutivo autonomo di transizione. Il servizio di Giada Aquilino:RealAudioMP3

Da Istanbul, dove si è riunita, è arrivata la decisione della Coalizione nazionale siriana: un governo provvisorio nei territori conquistati dalle forze dell’opposizione. Un passo, questo, osteggiato da Stati Uniti e gran parte dei Paesi europei, che temono ostacoli a un accordo con il regime su un governo di transizione, da sottoscrivere in occasione di Ginevra 2, la cui data però resta incerta. L'Esercito libero siriano, la forza dell’opposizione che di fatto combatte sul terreno, proprio in vista della seconda conferenza di pace chiede un "accordo preliminare" che preveda l'uscita di scena di Assad, l'apertura di corridoi umanitari e un organo indipendente che giudichi i responsabili dei crimini commessi. Intervistato dall’agenzia Sir su Ginevra 2, il segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Mamberti, ha sottolineato l’importanza del vertice come primo passo fondamentale nel processo di pacificazione, precisando che al momento non si sa “se la Santa Sede sarà invitata” a partecipare come osservatore. In caso affermativo, comunque, invierebbe una delegazione per mostrare la propria sollecitudine per la popolazione siriana.

Sulla decisione dell’opposizione siriana, sentiamo Lorenzo Trombetta inviato a Beirut per l’Ansa e Limes, al microfono di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

R. - La Coalizione nazionale non ha aggiunto nulla di nuovo a quello che sapevamo. Le loro condizioni, le tre condizioni – Assad non deve partecipare alla transizione politica, liberi oltre 250 mila prigionieri politici e creazione di corridoi umanitari per rompere gli assedi che il regime pone alle località in rivolta – sono tre condizioni che vengono espresse ed esposte già da tempo. Tre condizioni che sono, dall’altra parte, respinte in modo netto dal regime. Il regime, la settimana scorsa ha detto: “Noi, se andiamo a Ginevra, non andiamo certo per lasciare il potere”, quindi questo significa che Assad non intende farsi da parte nella transizione politica. Ma quello che a mio avviso mina la credibilità di chi organizza questa Conferenza di pace è che non portano al tavolo dei veri rappresentanti di chi in Siria ha il potere dimettere a tacere le armi. In particolare, dal fronte dei ribelli, delle opposizioni chi partecipa nella Coalizione siriana è sempre più sfiduciato da una base sia dei ribelli, sia di jihadisti, sia di attivisti del movimento non violento, che a vario titolo e per varie ragioni non credono più che la Coalizione li rappresenti.

D. – In Siria, è arrivata anche la poliomielite. Ci sono già vittime tra i bambini e questo ha provocato un’ulteriore stretta sulle frontiere, in particolare con il Libano…

R. – Sì, appunto, si parla di Siria quando la questione diventa relativa alla sicurezza, in questo caso sanitaria. Qualche giorno fa, alcuni medici hanno messo in guardia dal pericolo di contagio da poliomielite non solo nei Paesi vicini alla Siria, ma addirittura in Europa. In realtà, il rischio poliomielite in alcune regioni siriane, dove la situazione sanitaria è drammatica, ormai è in corso da un mese e mezzo. Le organizzazioni siriane locali hanno già lanciato l’allarme. Qui, in Libano, stanno andando avanti processi di vaccinazione forzata non soltanto per i siriani che giungono profughi, ma anche per tutta la popolazione infantile libanese.







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