In Italia nel 2012 più matrimoni rispetto all'anno precedente, ma dovuti a cittadini
stranieri
Nel 2012 sono stati celebrati in Italia 207.138 matrimoni, 2.308 in più rispetto al
2011: un lieve aumento che si inserisce però in una tendenza alla diminuzione dei
matrimoni in atto dal 1972. Il numero maggiore di nozze rispetto al 2011 è dovuto
alla ripresa dei matrimoni in cui uno, o entrambi i coniugi, sono di cittadinanza
straniera. Nel 2012 sono state celebrate oltre 30.700 nozze di questo tipo. Diminuiscono
invece, ancora, le prime nozze tra sposi entrambi di cittadinanza italiana, che sono
state oltre 153 mila nel 2012. Debora Donnini ha intervistato Chiara Giaccardi,
professoressa di sociologia e antropologia dei media alla Università Cattolica di
Milano:
R.
- Credo che questa sia una tendenza che si registra anche a proposito delle nascite.
Credo che se c’è una stabilità delle nascite, questa è dovuta al fatto che le famiglie
straniere o con un coniuge straniero tendenzialmente hanno più figli di quelle italiane.
È interessante, perché rivela, secondo me, una speranza di queste coppie che hanno
magari un background più tradizionale nella costruzione di una vita che includa la
dimensione della generazione.
D. - Tra l’altro si registra anche un aumento
dell’età media in cui ci si sposa - 34 anni per gli uomini e 31 per le donne - un
dato che viene messo in relazione anche all’aumento delle convivenze …
R. -
Intanto tutte le tappe sono un po’ ritardate, nel senso che la condizione di crisi
e di precarietà generalizzata fa si che la stabilità economica non si raggiunga o
si raggiunga relativamente in ritardo; questo ovviamente incide anche sulla progettazione
del futuro e sull’assunzione di una responsabilità a lungo termine. Credo però che
non sia solo un dato economico ma anche un dato culturale, perché c’è questo senso
di adolescenza prolungata e quindi l’età adulta in cui ci si assumono le responsabilità
e si comincia a dare per gratitudine per aver ricevuto, diventa un passaggio di maturità
difficile ed è altrettanto difficile che scatti in una cultura che invece promuove
sistematicamente la dimensione dell’eterna giovinezza.
D. - In questo quadro
si iscrive anche un altro dato: nel 2012 sono stati celebrati 122.297 nozze con rito
religioso, quindi in calo di 33 mila unità negli ultima quattro anni. I matrimoni
civili invece sono cresciuti, si parla di 5.340 cerimonie nel 2012. Questo è un altro
dato che colpisce …
R. - Sì, perché soprattutto ci sono delle differenze regionali
molto forti. Al Nord, i matrimoni civili superano di gran lunga i matrimoni religiosi,
al Sud la tradizione rimane un po’ più forte e il dato è meno evidente. Anche questo
però è un sintomo, a mio avviso, del fatto che c’è stata anche una privatizzazione
dell’idea di matrimonio, cioè è come se fosse semplicemente un patto tra due individui.
In realtà il matrimonio, soprattutto se vuole avere le premesse di durata, non è soltanto
un patto tra due individui, ma è la costruzione di una cellula che entra in un mondo
sociale e quindi necessita almeno di una dimensione sociale e comunque di una dimensione
comunitaria. Perché una coppia possa stare in piedi è necessario che ci sia una rete
di relazioni e delle forme di sostegno. L’idea di sacramento introduce un elemento
di affidamento rispetto alla capacità personale di sostenere questa sfida così impegnativa
di una relazione che dura tutta la vita. E questo è un sostegno ad una relazione,
anche perché poi la Chiesa offre anche un accompagnamento alle coppie per aiutarle
in questo compito.