Filippine, (Mons. Cantillas, vescovo di Maasin): "E' un disastro troppo grande"
"Abbiamo
bisogno di cibo e acqua, e che vengano ripristinate le linee di comunicazione. Il
governo sta cercando di fare tutto quello che può e anche molte organizzazioni private
e la Chiesa locale fanno il possibile. La Caritas filippina manda acqua potabile,
prodotti alimentari, attraverso i centri sociali delle diocesi, ma questo è praticabile
solo in alcune zone più facilmente raggiungibili. Ci sono zone completamente isolate
con le quali non è possibile entrare in contatto". S.E. Mons. Precioso Cantillas,
vescovo di Maasin, nel sud di Leyte, vicino alla zona maggiormente colpita
dal tifone Haiyan racconta i danni della furia che si è abbattuta sull'isola: "La
distruzione è davvero al di là di ogni immaginazione. E’ un disastro troppo grande.
Noi eravamo preparati ai danni che si potevano prevedere dal supertifone, ma nonostante
questo, ciò che è successo è andato al di là di quello che potevamo pensare. Per esempio,
a Tacloban, si è dovuto fare i conti con un vero e proprio tsunami, le onde erano
altissime e hanno spazzato via vite e proprietà. E ancora adesso moltissimi sono i
dispersi". Sulle esequie delle vittime il presule spiega che "alcuni hanno già
celebrato messe funebri. Molti però hanno scavato delle fosse comuni per i corpi senza
vita ritrovati lungo le strade. Ho sentito che anche nella cattedrale dell’arcidiocesi
di Palò il tetto è volato via - racconta - la gente prima dell’arrivo del tifone si
era rifugiata là, dicendo: 'Siamo venuti qui perché sappiamo che questa è la casa
di Dio'. Ma anche la casa di Dio non è stata risparmiata dalla devastazione. Moltissime
persone sono state trovate morte nei dintorni della cattedrale. E là sono state seppellite,
per motivi di igiene". Attraverso la nostra emittente il vescovo lancia l'appello
alla solidarietà: "Mi rivolgo a tutti i fratelli e le sorelle: pregate per le vittime
di questo grande disastro che si è abbattuto nel centro delle Filippine, perché possiamo
sopportare le difficoltà, le sofferenze e le perdite. Vi chiediamo di assisterci in
qualsiasi modalità voi ritenete opportuna e di estendere questa richiesta di aiuto
per le famiglie delle vittime". Quanto la fede sta aiutando questo popolo messo così
a dura prova? "La fede è sempre lì. Anche se la domanda ricorrente che si fa la gente
è: perché ci è capitato questo? Bisogna credere che c’è una ragione: dobbiamo considerare
questa tragedia come una grande chiamata per rafforzare la nostra fede in Dio. E non
importa quanto sia penoso e difficile".
Intanto anche la comunità filippina
a Roma si è mobilitata per portare aiuti alla popolazione colpita dal tifone.
Suor Gloria Agagon, religiosa salesiana che da 26 anni lavora con gli immigrati
nel Centro Filippino di S. Pudenziana, spiega come sta avvenendo la raccolta fondi
e di beni di prima necessità ma anche le attività di animazione per i più piccoli
avviate nel paese dalle consorelle salesiane. (a cura di Antonella Palermo, con
la collaborazione di Emanuela Campanile e Luigi Gaetani D'Aragona)