Usa: alla Plenaria dei vescovi, prolusione del card. Dolan sulla libertà religiosa
La difesa della causa della libertà religiosa nel mondo e in patria: è questa oggi
la priorità della Chiesa negli Stati Uniti. E’ quanto ha detto il card. Timothy Dolan,
presidente uscente della Conferenza episcopale (Usccb), aprendo ieri a Baltimora la
sessione autunnale dei vescovi. Nel suo ultimo discorso alla guida della Usccb, l’arcivescovo
di New York ha parlato delle iniziative che l’episcopato americano potrebbe prendere
per difendere questo principio fondamentale diventato una “questione sociale e politica
centrale del nostro tempo”. “Come pastori di una delle comunità di fede più fortunate
del nostro pianeta, che hanno parlato con convinta unità in difesa della nostra libertà
religiosa, dobbiamo diventare la voce dei cristiani la cui vita è oggi a in pericolo,
perché non possiamo permettere che le nostre battaglie in patria per la libertà religiosa
oscurino la violenza inflitta ai cristiani altrove”. Una violenza - ha evidenziato
il card. Dolan, citando l’esempio "'guerra in Siria' e le violenze anti-cristiane
in Egitto, India, Nigeria e nell’isola di Zanzibar, in Tanzania - che ci fa dire,
come il Beato Giovanni Paolo II, che la nostra è diventata “una nuova era di martiri”.
Di qui la necessità di agire. Il presidente della Usccb ha citato in proposito le
parole pronunciate il 25 settembre da Papa Francesco che, ai fedeli riuniti in Piazza
San Pietro per all’Udienza generale, aveva chiesto quanti pregassero per i cristiani
perseguitati. “Sono convinto – ha detto - che dobbiamo rispondere a questa domanda
non solo come singoli vescovi, ma anche collettivamente come organismo”. Tra i suggerimenti
proposti ai confratelli una campagna di sensibilizzazione dei fedeli e dell’opinione
pubblica attraverso documenti pastorali e i media, ma anche un’azione capillare nelle
parrocchie. Soprattutto, ha sottolineato in conclusione il card. Dolan, occorre intervenire
presso i leader politici perché facciano della protezione dei cristiani perseguitati
nel mondo una priorità della politica estera degli Stati Uniti. All’assemblea ha
portato il suo saluto anche il nunzio apostolico negli Stati Uniti mons. Carlo Maria
Viganò. Al centro del suo intervento i richiami di Papa Francesco per una Chiesa
povera, costruita sull’amore di Cristo e improntata a uno stile di vita coerente con
la fede. “Questo - ha sottolineato il presule - è la strada maestra per sensibilizzare
la nostra gente sulla verità del nostro messaggio”. I lavori della Plenaria si concludono
giovedì. All’ordine del giorno, oltre al tema della tutela della libertà religiosa
e dei valori fondamentali, tra cui il matrimonio tradizionale, l’adattamento e la
revisione di alcuni testi liturgici; la presentazione di una proposta per la pubblicazione
di un documento sulla pornografia; l’individuazione di nuove strategie pastorali e
il rinnovamento di diverse cariche direttive e l’approvazione del bilancio preventivo
del 2014. (A cura di Lisa Zengarini)