2013-11-12 14:47:02

Tifone nelle Filippine. Il presidente Aquino ridimensiona il bilancio: 2.500 vittime. Il card. Tagle in lacrime: fede e amore più forti della devastazione


L'Onu ha lanciato un appello per raccogliere 301 milioni di dollari, pari a 224 milioni di euro,nei prossimi sei mesi per assistere le popolazioni delle Filippine colpite dal super tifone Haiyan. Finora la comunità internazionale ha offerto 54 milioni di dollari. Secondo il presidente delle Filippine Benigno Aquino i morti sarebbe circa 2500 e non 10 mila come si era detto inizialmente, gli sfollati quasi 700 mila. Quattro italiani che risultavano dispersi sono stati rintracciati dalla Farnesina. Il servizio di Giancarlo La Vella:RealAudioMP3

Le immagini che giungono dal centro sud delle Filippine sono quelle della disperazione di chi ha perso tutto: i propri cari, una casa e qualsiasi altra concreta certezza. Già le organizzazioni locali, come la Caritas, si sono messe in moto per portare acqua, cibo, medicinali e generi di prima necessità ai sopravvissuti. Sono stati allestiti campi di raccolta e ospedali da campo per i sopravvissuti, mentre appare ancora caotica l’operazione di conta e di recupero dei morti. Dall’estero, Stati Uniti e Gran Bretagna hanno inviato navi militari con uomini e aiuti, mentre ovunque sono state stanziate somme di denaro e avviate raccolte di soldi. Tra i primi a rispondere alle esigenze delle popolazioni colpite – lo ricordiamo – Papa Francesco, che, attraverso il Pontificio Consiglio “Cor Unum”, ha destinato la cifra di 150 mila euro. Le comunità filippine in tutto il mondo sono mobilitate per soccorrere i fratelli in patria attraverso la preghiera e concrete iniziative di solidarietà. La Conferenza Episcopale delle Filippine ha chiamato a raccolta tutti i fedeli per una novena di preghiera per invocare dal Signore protezione e sostegno alle popolazioni colpite.


E per la rappresentante speciale dell'Onu per la riduzione del rischio Margareta Wahlstrom, la gravità e il livello di devastazione del tifone Haiyan hanno causato una tragedia "paragonabile allo tsunami del 2004, che cambiò l'approccio alla prevenzione del rischio dei disastri. Sulla catastrofe avvenuta nell’arcipelago asiatico, Susy Hodges ha intervistato il card. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila: RealAudioMP3

R. – I think I’m not alone in saying…
Penso di non essere il solo nel dire che ogni volta che vediamo le immagini della distruzione rimaniamo senza parole. Ancora dobbiamo riprenderci dallo shock emotivo e psicologico. Noi che siamo qui a Manila e in quelle parti che non sono state colpite così gravemente come altre, solo per guardare le immagini rimaniamo senza parole e non posso immaginare quello che sta attraversando le menti e i cuori di coloro che si trovano lì. Mi sento profondamente consolato, quando vedo e sento testimonianze di fede, specialmente da parte delle stesse vittime. Quelli che hanno i propri cari, le loro proprietà, si rivolgono a Dio e dicono: “Confidiamo in Dio; sappiamo che con l’aiuto di Dio possiamo sopravvivere”.

D. – Immagino che Lei abbia parlato con i membri delle chiese nelle aree che sono state colpite più duramente. Cosa hanno detto riguardo all’aiuto che la Chiesa sta cercando di dare in questa corsa disperata per portare cibo ed acqua ai sopravvissuti?

R. – The local churches in those areas...
Anche le chiese locali in quelle aree hanno sofferto molte perdite. Quindi la maggior parte dell’aiuto dato dalla Chiesa non viene da quelle diocesi, ma dall’esterno. Al momento con l’arcidiocesi di Manila e le nostre diocesi vicine, le diocesi suffraganee, la Commissione episcopale e l’azione sociale della Caritas Filippine, stiamo coordinando la maggior parte dello sforzo per raggiungere quelle persone che sono state colpite e non sono state ancora raggiunte dai loro stessi pastori.

D. – Data l’entità della devastazione, in molti lì hanno paura che alcune persone possano morire non per conseguenza diretta del tifone, ma perché non riceveranno cibo o acqua o medicine necessari in questo periodo successivo alla tragedia …

R. – Yes, that is a real possibility...
Sì, quella è una possibilità reale. Ecco perché la gente di Chiesa, le organizzazioni non governative, le agenzie di governo ed anche l’esercito, tutti noi stiamo cercando di fare del nostro meglio per raggiungere ogni luogo e cercare di dare assistenza. Non è sempre facile, ma tutti stanno cercando di fare la loro parte. E’, infatti, davvero un’emergenza, potemmo dire addirittura che per molti è un momento di panico.

D. – Ha potuto rilevare una grande solidarietà da parte dei laici cattolici di Manila e di altre aree che non sono state colpite così gravemente, per cercare di aiutare?

R. – That is a source of great consolation...
Questa è una fonte di grande consolazione e forza. Prima di questo tifone abbiamo avuto un terremoto, che ha colpito la parte centrale del Paese, molto vicino a Leyte e Samar, le isole colpite dal tifone. La nostra riflessione continua su questa linea: vediamo distruzione, rovine ovunque, ma vediamo anche fede e amore sorgere da quelle rovine [qui si commuove] e questo ci fa diventare persone più forti. Voglio ringraziare tutti: tutti, il Santo Padre, le madri e le sorelle fuori del Paese, perché si sono ricordati di noi e perché cercano di fare il possibile per raggiungerci. In nome delle vittime e dei poveri, vi ringraziamo, vi ringraziamo davvero!









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