2013-11-12 08:14:18

Siria. Mons. Mamberti: Ginevra 2 "primo passo per avviare un processo sofferto"


La Conferenza Ginevra 2 “può e deve essere un primo passo fondamentale, almeno per avviare un processo che sarà prevedibilmente sofferto. Non sappiamo ancora che forma prenderà detta Conferenza né se la Santa Sede sarà invitata a parteciparvi come Osservatore. In caso affermativo, la Santa Sede invierebbe una Delegazione per mostrare la sua sollecitudine per il bene della cara nazione siriana e per offrire discretamente ogni possibile collaborazione”. Ad affermarlo in un’intervista all'agenzia Sir, dedicata alla situazione in Siria, è il Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, mons. Dominique Mamberti. Proprio ieri, da Istanbul, è rimbalzata la notizia che la Coalizione nazionale siriana potrebbe essere presente a Ginevra, un’apertura che fa crescere le possibilità di una conferenza di pace entro fine anno. “La Santa Sede - dichiara il Segretario per i Rapporti con gli Stati - auspica e incoraggia la realizzazione della Conferenza di Ginevra 2 con la maggiore partecipazione possibile. Realisticamente non si può pretendere che la Conferenza risolva di colpo un conflitto che è particolarmente complesso e dove sono implicati tanti interessi divergenti da diversi attori non solo locali ma regionali. Tuttavia non c’è un’altra via se non quella della ricerca di un accordo con l’aiuto di tutti”. Nell'ampia intervista mons. Mamberti ribadisce che “non c’è una soluzione militare al conflitto. In tale senso continuare a fornire armi ai contendenti non fa che contribuire ad aumentare le vittime e le sofferenze del popolo siriano. Se la violenza continua non si avranno vincitori ma solo sconfitti”. Tra i principi generali che dovrebbero orientare la ricerca di “una giusta soluzione al conflitto” il rappresentante pontificio ne elenca tre: “è innanzitutto indispensabile adoperarsi per il ripristino del dialogo fra le parti e per la riconciliazione del popolo siriano; occorre poi preservare l’unità del Paese, evitando la costituzione di zone diverse per le varie componenti della società; occorre garantire, accanto all’unità del Paese, anche la sua integrità territoriale. Inoltre sarà importante chiedere a tutti i gruppi - in particolare a quelli che mirano a ricoprire posti di responsabilità nel Paese - di offrire garanzie che nella Siria di domani ci sarà posto per tutti, anche e in particolare per le minoranze, inclusi ovviamente i cristiani”. Per mons. Mamberti restano importanti anche “il rispetto dei diritti umani e di quello della libertà religiosa” come anche il concetto di “cittadinanza, in base al quale tutti, indipendentemente dall’appartenenza etnica e religiosa, sono alla stessa stregua cittadini di pari dignità con eguali diritti e doveri”. (R.P.)







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