Nucleare: l'Iran apre le porte agli ispettori Aiea
Una ‘road map’ per la verifica delle attività nucleari iraniane è stata firmata in
occasione della visita a Teheran del capo dell’Agenzia internazionale dell’energia
atomica (Aiea), Yukiya Amano. Secondo alcuni osservatori internazionali si tratta
di un semplice accordo tecnico che pur non avendo nulla a che vedere con i negoziati
di Ginevra con i Paesi occidentali rappresenta un “buon inizio” oltre che “un gesto
di buona volontà” da parte delle nuove autorità iraniane. Il documento in sei punti
apre la porta agli ispettori dell’Aiea, che avranno tre mesi di tempo per recarsi
nella miniera di uranio di Gachin (sud) e nell’impianto di Arak, i due siti considerati
i più strategici e che potrebbero consentire di ottenere elementi di prova in merito
al presunto tentativo di Teheran di sviluppare l’arma atomica prima del 2003. Per
Amano, l’accordo raggiunto è “una road map per una miglior cooperazione e trasparenza
che potrebbe sbloccare i negoziati”, sottolineando che si tratta di un “passo avanti
importante che tuttavia non significa la fine del processo c’è ancora molto su cui
lavorare per risolvere tutte le questioni in sospeso”. In effetti nemmeno questa volta
le autorità iraniane hanno dato il proprio consenso ad un’ispezione dell’Aiea sul
sito militare di Parchin, quello dove Teheran avrebbe effettuato diversi test di esplosione
convenzionali applicati al nucleare. La ‘road map’ è stata firmata all’indomani di
tre giorni di serrati negoziati a Ginevra tra l’Iran e le potenze del gruppo 5+1 (i
cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu) che si sono conclusi
con un nulla di fatto. I colloqui riprenderanno il 20 novembre. Ieri sono state rilasciate
dichiarazioni contrastanti sull’esito dell’ultimo round di negoziati a Ginevra. Il
ministro degli Esteri di Teheran, Mohammad Javad Zarif, ha riferito di “progressi
considerevoli”, precisando tuttavia che “il più delle ore è servito a Stati Uniti,
Russia, Gran Bretagna, Francia e Germania per cercare di superare le divergenze tra
di loro”. Zarif si è poi detto convinto che “un accordo possa essere raggiunto, a
patto che includa la rimozione di tutte le sanzioni occidentali”. Non sono nemmeno
mancate le critiche alle parole del segretario di Stato statunitense John Kerry che
ha imputato all’Iran “il non raggiungimento di un accordo”. Per il capo della diplomazia
iraniana si tratta di “valutazioni contraddittorie che minano la fiducia nel processo
avviato proprio per abbattere la mancanza di fiducia reciproca”. Per alcune fonti
diplomatiche occidentali “serve solo altro tempo” prima di poter arrivare a un accordo
che metta fine a una crisi trentennale sul nucleare iraniano. (R.P.)