"Cimiteri per i nostri figli, non per grumi di materia"
Luigi Conti, presidente Ass. Scienza & Vita - Rieti Ci sono
già una quarantina di comuni in Italia dove esistono sezioni di cimiteri specificamente
riservati alla sepoltura di bimbi morti prima della nascita. A Roma questo cimitero
esiste già da due anni. Non si spiega perciò la polemica suscitata dall'iniziativa
del sindaco di Firenze. Chi ha criticato questa scelta, considerandola un tentativo
di attaccare la legge 194, sta considerando ideologicamente una vicenda che non riguarda
esclusivamente l'aborto. L'interruzione volontaria di gravidanza è infatti
solo una delle cause per cui un bimbo muore prima di venire al mondo. Creare quei
cimiteri significa permettere una sepoltura di un bimbo non nato, il cui corpo altrimenti
finirebbe nei rifiuti ospedalieri. In molti ignorano che in caso di morte di un feto
che abbia un'età gestazionale inferiore alle 28 settimane i genitori possono chiedere
di provvedere alle esequie e alla sepoltura. Si tratta di cimiteri destinati
ai nostri 'figli' che le famiglie come in tutti gli altri casi vogliono onorare, senza
urtare i diritti di qualcuno. Considerarla una scelta finalizzata a far sentire in
colpa che abortisce significa guardare alla realtà con gli occhi dell'ideologia.
Dopo
l'annuncio da parte del sindaco Matteo Renzi che una parte del cimitero di Trespiano,
a Firenze, sarà destinato ai bambini non nati, ha fatto discutere un duro articolo
dell'assessore della Regione Lazio, Lidia Ravera, che considera l'iniziativa un tentativo
di trasformare la 194 in carta straccia e parla di 'diritto di seppellire grumi di
materia'. (Intervista a cura di Fabio Colagrande)