2013-11-11 13:18:03

Scomparso a 96 anni il card. Bartolucci. Il Papa: con la sua musica ha elevato i cuori a Dio


“Caro e stimato sacerdote, illustre compositore e musicista”. Con queste parole, Papa Francesco ha ricordato in un telegramma di “profondo cordoglio” la scomparsa del cardinale Domenico Bartolucci, avvenuta ieri a Roma all’età di 96 anni. Rammentando anche l’incarico di direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina, ricoperto ininterrottamente dal porporato dal 1956 al 1997, il Papa ha sottolineato il ministero esercitato dal cardinale Bartolucci attraverso la musica sacra e in particolare “la valorizzazione sapiente del prezioso tesoro della polifonia, tesa ad elevare il cuore nella lode a Dio”. Le esequie del porporato saranno celebrate in San Pietro domani alle 15.30, presiedute dal card. Angelo Sodano. Al termine, Papa Francesco presiederà il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

L’“Ave Maria” tratta dall’opera lirica “Brunellesco", le note del poema sacro “Baptisma” e infine quelle della sua ultima composizione, il “Christus circumdedit me”, viaggio interiore alla ricerca dell’abbraccio di Dio. È il 31 maggio del 2011 quando nell’Aula Paolo VI orchestra e voci danno corpo alle creazioni musicali del cardinale Bartolucci. Ascoltatore d’eccellenza e competente è Benedetto XVI, che lo ha creato e pubblicato cardinale l’anno prima e che al termine di quel concerto condensa in queste parole l’opera ultraquarantennale dell’anziano porporato e maestro:

"Caro cardinale Bartolucci, la fede è la luce che ha orientato e guidato sempre la sua vita, che ha aperto il suo cuore per rispondere con generosità alla chiamata del Signore; ed è da essa che è scaturito anche il suo modo di comporre…”.

Per il cardinale Bartolucci, l’intreccio tra arte e fede, creatività musicale e ministero sacerdotale, si sviluppa per un tempo straordinariamente lungo. Quando Pio XII gli affida la responsabilità della Cappella Musicale “Sistina” è il 1956. Si tratta di succedere a un nome di grande prestigio, ma pur giovane il maestro toscano mostra subito un notevole senso organizzativo, come spiega l’attuale maestro della Cappella Musicale Pontificia, mons. Massimo Palombella:

“Ereditò da Lorenzo Perosi una situazione della Sistina che necessitava di essere riformata. E lui la fece molto bene, nel senso che istituì stabilmente nella sede della Sistina una scuola che formasse i ragazzi, una quinta elementare e le tre medie, a quel tempo. Poi ricostituì praticamente l’assetto dei cantori adulti, in modo tale da costituire un organico della Sistina fatto da venti cantori adulti e da circa 25-30 ragazzi. Questo fu il suo grande merito”.

Il maestro Bartolucci è un compositore che ama il contrappunto ed è molto affascinato dalla musica sacra del passato, la cui eco è ben presente nella sua produzione. Tuttavia, quando la Chiesa si schiude alla novità del Concilio, nuova è anche la capacità del futuro porporato di trasferire nella partiture il soffio del tempo che muta, spiega ancora mons. Palombella:

“Bartolucci ha fatto un passaggio interessantissimo al Concilio Vaticano II. Paolo VI lo ha stimolato nello scrivere per il Concilio. E Bartolucci ha risposto molto bene con le Messe alternate che noi abbiamo. Nella sua produzione c’è un libro, ‘Le Messe alternate al canto gregoriano’, un mirabile esempio di come si coniuga insieme la ministerialità della scuola con la ministerialità dell’assemblea. Ha scritto davvero cose belle”.

E la Chiesa che si apre al Concilio – ricorda mons. Palombella – apre anche a una dimensione internazionale dell’attività della Cappella Musicale “Sistina”:

“Bartolucci vive il fatto che cominciano ad esistere le diffusioni via radio e via televisione di quello che succede. Quindi questo cambia radicalmente tutto, perché oggi ogni celebrazione è in mondovisione, ma con Bartolucci questo inizia. Il secondo aspetto è il viaggiare: hanno fatto due tournée negli Stati Uniti, sono andati in Giappone, hanno girato in Germania. Questo è stato interessante perché lui ha un po’ vissuto la grande apertura ecclesiale che in qualche modo già c’era prima del Concilio e che poi è stata codificata con il Concilio. Per cui la cappella musicale andava in giro per il mondo fondamentalmente per evangelizzare, per far conoscere attraverso la bellezza della polifonia, dare una possibilità di incontro con il Signore”.

“Dare una possibilità di incontro con il Signore”: è quello che tutti, a cominciare dai Papi, riconoscono dell’impegno profuso dal cardinale Bartolucci nel campo della composizione musicale sacra. Ed è ciò che anch’egli confidò alla Radio Vaticana qualche anno fa:

“Per me, è una gioia vedere che c’è un interesse grandissimo: gente che ancora ama la musica sacra, questa musica veramente grande. Chi fa musica sacra ricorda continuamente Gesù Cristo che disse Messa nel Cenacolo”.

Ultimo aggiornamento: 12 novembre







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