Rinviato l’accordo sul nucleare iraniano. Da Israele nuovo no ad armi atomiche
Il negoziato sul nucleare iraniano a Ginevra non ha dato risultato, ma sicuramente
non è stato un fallimento. E’ la linea comune internazionale a proposito del rinvio
al 20 novembre dell’incontro tra il gruppo dei 5+1 e l'Iran stabilito ieri. Teheran
ha comunque accolto le richieste dell'Agenzia dell'Onu per l'energia atomica per una
roadmap condivisa e ha aperto alla possibilità di una visita al sito di Parchin. Prudente
Israele che dice: “un buon accordo è quello che negherà all'Iran la capacita' militare
nucleare''. Su questa fase del negoziato Fausta Speranza ha parlato con Maurizio
Simoncelli, vicepresidente di Archivio Disarmo:
R. – Certamente,
è il fallimento del primo round. Apparentemente, sembra un rinvio al 20 novembre,
dopo una presa di posizione molto netta e molto precisa da parte della Francia, che
chiedeva maggiori garanzie facendosi praticamente portavoce di Israele, in merito.
D’altronde, per certi versi dopo 30 anni di non dialogo riprendere appieno e nel giro
di poche settimane giungere a un accordo forse era impensabile. Certamente, non bisogna
perdere quest’occasione. Certamente, bisogna operare affinché si arrivi ad un accordo
che, comunque, come tutti gli accordi politici, comprenda dei compromessi. Non si
può pretendere una sconfitta su tutta la linea della posizione iraniana, ma altrettanto
non si può rinunciare a forme di garanzia reciproche anche per l’Occidente.
D.
– La Francia è quella che si è esposta di più a chiedere precisazioni e tempi. Che
dire delle richieste francesi?
R. – Diciamo che la Francia è tradizionalmente
luogo di asilo degli esuli iraniani e, d’altro canto, la Francia ha anche rapporti
abbastanza stretti con le monarchie sunnite del territorio, in particolare con l’Arabia
Saudita e con gli altri Paesi dell’area, i quali sono anche molto preoccupati per
un possibile nuovo ruolo più forte sulla scena internazionale da parte di un Iran
a cui venissero tolte le sanzioni. E’ un gioco complesso…
D. – Intanto, però,
c’è un accordo dell’Iran con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Questa
volta si è parlato non solo di accesso a un sito, ma di una sorta di road map
per la cooperazione in ambito nucleare. Non è l’accordo con i Paesi 5+1, ma è un passo
avanti anche questo?
R. – Certamente, perché l’Agenzia internazionale per l’energia
atomica è l’agenzia delle Nazioni Unite delegata ad operare il controllo del rispetto
delle norme del Trattato di non proliferazione nucleare. Quindi è fondamentale, sono
proprio gli esperti, i tecnici del settore. Arrivare perciò a un accordo con l’Agenzia
internazionale per l’energia atomica è importantissimo. Per questo, dico che non bisogna
lasciarsi sfuggire questa occasione. Non bisogna, contemporaneamente lasciarsi condizionare
dall’interesse di questo o di quel Paese ad accelerare o a ritardare un accordo. Io
penso che dal 20 novembre in poi la trattativa 5+1 debba andare in porto assolutamente,
cercando di non umiliare il governo di Teheran che per la prima volta ha mostrato
un’apertura notevole in questo ambito e l’accordo già stipulato con l’Agenzia internazionale
per l’energia atomica è significativo. E pertanto, bisogna trovare modo e maniera
affinché Teheran dia comunque delle assicurazioni. Non dimentichiamo che la Corea
del Nord ha realizzato armi nucleari senza che l’Agenzia internazionale per l’energia
atomica se ne accorgesse. Quindi, i timori di Israele non sono infondati, da questo
punto di vista.