Pace in Congo: la firma a Kampala tra governo di Kinshasa e ribelli M23
Oggi a Kampala, in Uganda, la firma tra il governo di Kinshasa e i ribelli del famigerato
movimento congolese M23. Si tratta di un accordo che dovrebbe segnare la svolta per
la tormentata regione congolese del Nord Kivu, ma non mancano i dubbi. Il servizio
è di Giulio Albanese:
Se da una parte
l’intesa odierna tra ribelli e governativi congolesi è stata accolta positivamente
dalla comunità internazionale e dalla popolazione locale, tuttavia si rivela come
una soluzione a metà che, purtroppo, non rende giustizia fino in fondo. In effetti,
la decisione di deporre le armi da parte dei ribelli è avvenuta a seguito di un’offensiva,
avvenuta nei giorni scorsi, dell’esercito governativo congolese, affiancato da una
brigata di caschi blu dell’Onu. Col risultato che il leader militare dell’M23, Sultani
Makenga e i suoi seguaci sono ora in Uganda, per così dire, a piede libero e continueranno
a rappresentare, stando così le cose, una minaccia per l’ex Zaire.
Per
un parere su questo accordo, Cecilia Sabelli ha raggiunto telefonicamente in
Congo il primo vicesegretario della Conferenza episcopale del Paese, l'abate Donatien
Nshole:
C’è chi parla
di un accordo, c’è chi parla di una semplice dichiarazione, però per il popolo congolese,
e per la Chiesa cattolica in particolare, quello che è più importante è che questo
accordo, questa intesa – si può chiamarli come si vuole – non tocchi due cose alle
quali i congolesi tengono molto: l’integrità del Paese e la sua sovranità. A suo tempo,
i vescovi non erano d’accordo con gli ambienti di Kampala, perché secondo loro la
pace non era indicata. Ma se con questa evoluzione le pecore perdute ora vogliono
tornare al buon senso, questa è una bellissima cosa.
D. – Le tensioni sono
diminuite, dopo questo annuncio?
R. – Già con la vittoria militare, il popolo
si sente un po’ rassicurato, un po’ protetto. C’è chi ha pensato anche che non valesse
la pena venire a patti con i ribelli, però noi pensiamo che se questo incontro possa
rafforzare la coesione nazionale, sarà una buona cosa. E’ vero che la tensione adesso
è scesa.