Nord Corea: 80 persone a morte, alcune per il possesso della Bibbia
Circa ottanta condanne a morte sono state eseguite in Corea del Nord diversi i reati
tra cui quello di possedere una Bibbia. Le esecuzioni sono avvenute lo scorso 3 novembre
ma la notizia è stata diffusa dalla stampa sudcoreana soltanto domenica scorsa. Le
condanna sarebbero state eseguite in pubblico sotto gli occhi anche di alcuni bambini.
Se la notizia dovesse essere confermata, si tratterebbe delle prime esecuzioni su
vasta scala da quando il ''giovane generale'' Kim Jong-un è salito al potere, succedendo
a suo padre. In questo scenario la Commissione d’inchiesta dell’Onu sui diritti umani
in Corea del Nord ha denunciato diffuse e gravi violazioni. Cecilia Sabelli
ha intervistato Rosella Ideo, coreanista e studiosa di storia politica e diplomatica
dell’Asia orientale:
R. – E’ un bene che sia stata istituita una Commissione
per i diritti umani, che è indipendente e che non ha potere giudicante. In effetti,
le violazioni dei diritti umani sono frutto della testimonianza di moltissimi nordcoreani
che si sono rifugiati al Sud: ormai ce ne sono ben 27 mila. Una parte di questi 27
mila ha lasciato il Paese per avere una vita migliore, mentre un numero minore ha
lasciato il Paese per problemi di carattere politico e ideologico. Ma questa è veramente
una minoranza. Il giudice australiano Kirby, che presiede questa Commissione che è
composta da tre membri, ha sentito moltissime testimonianze - che ha addirittura postato
in modo che fossero pubbliche - ed è rimasto sconvolto da quello che ha sentito. Aveva
chiesto alla Corea del Nord di potere andare a verificare di persona l’esistenza di
questi gulag – di cui si parla ormai da anni e che sono stati individuati dal
satellite – ma non ha ricevuto alcun permesso di andare a rilevare queste violazioni,
tanto che aveva alla fine dichiarato: “Io ho la versione che mi danno i rifugiati
che sono stati nei campi di concentramento, ma non ho evidenze da poter portare contro
la Corea del Nord”. E’ evidente che questi campi esistono, perché ormai c’è un numero
di testimonianze incrociate tale che non è possibile pensare il contrario, però, bisognerebbe
che la Corea del Nord aprisse le porte: io temo che quando si apriranno questi gulag,
la cui esistenza è provata, si aprirà insieme un vaso di Pandora.