Elezioni in Nepal: la Chiesa cattolica non si schiera e prega per la pace
“La Chiesa non dà indicazioni di voto e lascia i fedeli liberi di scegliere fra i
ben 134 partiti in gara per il rinnovo dell’Assemblea Costituente”. Lo dichiara all'agenzia
AsiaNews il vescovo di Kathmandu, mons. Anthony Sharma, chiedendo a tutti i fedeli
di pregare affinché le elezioni del 19 novembre si svolgano in un clima pacifico.
Le votazioni avvengono dopo cinque anni di caos politico e quattro governi di coalizione,
che hanno rimandato di continuo la consegna della Costituzione democratica, dopo secoli
di monarchia indù. Una Costituzione che per il vescovo di Kathmandu rappresenta una
grande occasione per le minoranze religiose ed etniche. “I cattolici - dice - sono
un piccolo gruppo, una minoranza fra le minoranze, e siamo ancora senza voce”. La
speranza, dunque, è che nel nuovo documento vi siano articoli in favore della libertà
religiosa e un uguale trattamento delle minoranze, con accesso ai privilegi per ora
ad appannaggio solo di indù, buddisti e sette legate all'induismo. Il prelato esprime
anche seri dubbi su un cambiamento immediato del Paese: “Con 134 partiti in corsa
per le elezioni, che sorta di governo potremmo avere? Il voto avverrà in un clima
pacifico?". Scetticismo emerge anche rispetto alle dichiarazioni dei principali partiti
politici in corsa – i conservatori del Congress Party e i maoisti dell’Unified Communist
Party of Nepal – che hanno cercato di rassicurare la popolazione dichiarando che la
Costituzione verrà scritta entro un anno dalla presa di potere. “Mi chiedo – afferma
mons. Sharma – se quanto sostengono i leader politici potrà mai accadere”. Nonostante
le minacce delle frange più estreme – riferisce AsiaNews – la maggior parte dei partiti
politici appoggia la necessità di scegliere nuovi leader e dare una svolta democratica
al Paese. Finora solo le ali estremiste, guidate dall'ex quadro maoista Mohan Baidhya,
sono contrarie al voto e per oggi hanno annunciato uno sciopero generale per contrastare
la preparazione dei seggi. Per evitare scontri il governo ha inviato militari e forze
di polizia nei vari distretti del Paese. Secondo l'Himalayan Times, principale quotidiano
nazionale, ieri due bombe artigianali sono esplose poco prima di una conferenza organizzata
dal Partito comunista nepalese a Taplejung, nel nord-est del Paese, ferendo cinque
persone. Nella notte del 9 novembre nel distretto di Sandkhuwasabha (Kosi, Nepal orientale),
ignoti hanno aperto il fuoco contro Rajendra Kumar Kiranti, leader del partito maoista
locale, rimasto illeso, e un ordigno artigianale è stato rinvenuto nella sede del
partito comunista del distretto di Ilam (Nepal orientale). Tre bombe sono state disinnescate
sull'autostrada Mechi-Mahakali che collega l'est e l'ovest del Paese. L'obiettivo
era un convoglio con a bordo i quadri del Partito maoista nepalese, fra cui lo storico
leader ed ex premier Pushpa Kamal Dahal (Prachanda), impegnati in un tour elettorale
nei vari distretti del Nepal. Nawaraj Silwal, capo della polizia della regione orientale,
sospetta il coinvolgimento dei gruppi estremisti guidati da Baidhya. (A.P.)