2013-11-11 14:00:41

Elezioni in Nepal: la Chiesa cattolica non si schiera e prega per la pace


“La Chiesa non dà indicazioni di voto e lascia i fedeli liberi di scegliere fra i ben 134 partiti in gara per il rinnovo dell’Assemblea Costituente”. Lo dichiara all'agenzia AsiaNews il vescovo di Kathmandu, mons. Anthony Sharma, chiedendo a tutti i fedeli di pregare affinché le elezioni del 19 novembre si svolgano in un clima pacifico. Le votazioni avvengono dopo cinque anni di caos politico e quattro governi di coalizione, che hanno rimandato di continuo la consegna della Costituzione democratica, dopo secoli di monarchia indù. Una Costituzione che per il vescovo di Kathmandu rappresenta una grande occasione per le minoranze religiose ed etniche. “I cattolici - dice - sono un piccolo gruppo, una minoranza fra le minoranze, e siamo ancora senza voce”. La speranza, dunque, è che nel nuovo documento vi siano articoli in favore della libertà religiosa e un uguale trattamento delle minoranze, con accesso ai privilegi per ora ad appannaggio solo di indù, buddisti e sette legate all'induismo. Il prelato esprime anche seri dubbi su un cambiamento immediato del Paese: “Con 134 partiti in corsa per le elezioni, che sorta di governo potremmo avere? Il voto avverrà in un clima pacifico?". Scetticismo emerge anche rispetto alle dichiarazioni dei principali partiti politici in corsa – i conservatori del Congress Party e i maoisti dell’Unified Communist Party of Nepal – che hanno cercato di rassicurare la popolazione dichiarando che la Costituzione verrà scritta entro un anno dalla presa di potere. “Mi chiedo – afferma mons. Sharma – se quanto sostengono i leader politici potrà mai accadere”. Nonostante le minacce delle frange più estreme – riferisce AsiaNews – la maggior parte dei partiti politici appoggia la necessità di scegliere nuovi leader e dare una svolta democratica al Paese. Finora solo le ali estremiste, guidate dall'ex quadro maoista Mohan Baidhya, sono contrarie al voto e per oggi hanno annunciato uno sciopero generale per contrastare la preparazione dei seggi. Per evitare scontri il governo ha inviato militari e forze di polizia nei vari distretti del Paese. Secondo l'Himalayan Times, principale quotidiano nazionale, ieri due bombe artigianali sono esplose poco prima di una conferenza organizzata dal Partito comunista nepalese a Taplejung, nel nord-est del Paese, ferendo cinque persone. Nella notte del 9 novembre nel distretto di Sandkhuwasabha (Kosi, Nepal orientale), ignoti hanno aperto il fuoco contro Rajendra Kumar Kiranti, leader del partito maoista locale, rimasto illeso, e un ordigno artigianale è stato rinvenuto nella sede del partito comunista del distretto di Ilam (Nepal orientale). Tre bombe sono state disinnescate sull'autostrada Mechi-Mahakali che collega l'est e l'ovest del Paese. L'obiettivo era un convoglio con a bordo i quadri del Partito maoista nepalese, fra cui lo storico leader ed ex premier Pushpa Kamal Dahal (Prachanda), impegnati in un tour elettorale nei vari distretti del Nepal. Nawaraj Silwal, capo della polizia della regione orientale, sospetta il coinvolgimento dei gruppi estremisti guidati da Baidhya. (A.P.)







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