Terra Santa: impegno di Custodia e Patriarcato per le case dei cristiani
Settantadue alloggi a Beit Safafa, da poco consegnati, altri 114 tra Beit Hanina e
Beit Faji già abitati. E poi ancora un progetto per ulteriori 24 alloggi sempre a
Beit Hanina e il restauro graduale di 400 case nella Città Vecchia di Gerusalemme
Est. Sono i numeri dell’impegno, costato svariati milioni di euro, messo in campo
dal Patriarcato latino di Gerusalemme e dalla Custodia di Terra Santa - riferisce
l'agenzia Sir - per dare una casa ai cristiani di Gerusalemme Est e per evitare che
lascino la Terra Santa. Secondo dati del Patriarcato latino, riferiti alla fine del
2010, gli abitanti palestinesi di Gerusalemme Est avrebbero bisogno di circa 1500
permessi di costruzione di nuovi alloggi ogni anno, ma Israele ne concede circa 200.
“Forse anche meno” annota il direttore generale della Caritas Gerusalemme, padre Raed
Abusahlia che al Sir sottolinea la carenza di abitazioni per i palestinesi a Gerusalemme
Est. “La difficoltà di ottenere permessi dalla municipalità, ci vogliono anni e migliaia
di dollari per averli, spinge molte persone a costruire illegalmente andando incontro
poi a provvedimenti di demolizione da parte delle autorità israeliane”. La mancanza
di abitazioni in Terra Santa, ha denunciato in più occasioni il patriarca latino di
Gerusalemme, Fouad Twal, è la prima causa di emigrazione dei giovani cristiani. Si
calcola che siano dalle 400 alle 600 le famiglie che hanno bisogno di alloggio. Sul
fronte dell’emergenza abitativa è impegnata anche la Custodia di Terra Santa che sta
provvedendo alla graduale ristrutturazione di oltre 400 case situate nella Città Vecchia
di Gerusalemme Est con un esborso annuo di circa due milioni di dollari. “Una volta
restaurate - spiega al Sir l’economo della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim
Faltas - le case vengono date in uso gratuito alle famiglie più bisognose. Ora - denuncia
il frate - stiamo aspettando da cinque anni il permesso per edificare 24 nuovi alloggi
a Beit Hanina, periferia di Gerusalemme, che andranno ad aggiungersi ai 42 già esistenti.
Speriamo di ottenerlo entro la fine dell’anno”. (R.P.)