Sempre più vicino l’accordo sul nucleare iraniano. Israele contrario, Obama chiama
Netanyahu
Terzo giorno di colloqui a Ginevra sul controverso programma nucleare iraniano. Intorno
al tavolo insieme a Teheran, il cosiddetto gruppo dei 5+1. Israele, che non è parte
negoziale, ha espresso la sua totale contrarietà. Gli Stati Uniti esortano alla cautela
su un possibile accordo, che sembra sempre più vicino. Il presidente Obama ha chiamato
il primo ministro israeliano Netanyahu per fare il punto della situazione. Massimiliano
Menichetti:
A Ginevra
si attende l’arrivo del ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, e quello cinese,
Wang Yi. La loro presenza renderebbe completo al massimo livello il cosiddetto gruppo
dei 5+1, cioè i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu più la Germania.
Presente anche l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Catherine Ashton.
Sul tappeto il programma nucleare iraniano. Teheran nega gli usi militari dell’atomo,
la Comunità internazionale rimane preoccupata e invoca ispezioni. Comunque in Svizzera
si mira ad una parziale sospensione di parte dell'attività nucleare della Repubblica
islamica, in modo da poter accelerare i negoziati per giungere ad un accordo definitivo.
La contro proposta ipotizzata è un parziale allentamento delle sanzioni, di Europa
e Stati Uniti, sulle transazioni bancarie e petrolifere e lo scongelamento di parte
di ingenti fondi depositati all’estero da Teheran. Nettamente contrario Israele, il
presidente statunitense Obama ha telefonato al premier israeliano Netanyahu “aggiornandolo”
sull'andamento dei negoziati e sottolineando il suo forte impegno a impedire che l'Iran
ottenga armi nucleari. In questo scenario il Segretario di Stato americano Kerry,
da Ginevra, pur ribadendo la possibilità di uno "storico" accordo preliminare, ha
esortato alla cautela poiché per ora rimangono divergenze.