Filippine: leader religiosi cristiani e musulmani impegnati per la pace a Mindanao
Esplorare tutte le possibili vie e soluzioni per giungere alla pace; promuovere un
accordo il più possibile “inclusivo”, che tenga conto di tutte le componenti religiose,
etniche e culturali della società delle Filippine Sud: sono i punti-chiave emersi
in un recente incontro fra i leader religiosi islamici e cristiani di Mindanao - riuniti
nell’ “Interfaith Council of Leders” (fcl) - e i rappresentanti dell’Ufficio governativo
responsabile dei negoziati nel Sud delle Filippine. Come riporta l’agenzia Fides,
l’incontro è stata una “sessione informale di dialogo” in cui la delegazione del governo
filippino era guidata da Miriam Coronel Ferrer, presidente dell’Ufficio incaricato
dal presidente Benigno Aquino di sovrintendere ai negoziati. I leader religiosi hanno
espresso il desiderio di un “accordo inclusivo” che non tralasci le esigenze dei diversi
gruppi etnici e religiosi presenti a Mindanao. Hanno poi ribadito l’importanza del
dialogo interreligioso fra comunità diverse, come strumento che può rafforzare qualsiasi
patto sociale e politico, esprimendo preoccupazione perché, dopo il raid dei ribelli
del Moro National Liberation Front a Zamboanga, città sull’isola di Mindanao, circa
un mese fa, sembra che tali rapporti si siano deteriorati. Sul tema di “come raggiungere
un accordo realmente inclusivo” e sull’importanza del dialogo interculturale e interreligioso,
si è soffermato di recente anche il movimento per il dialogo “Silsilah”, animato a
Zamboanga dal missionario del Pime padre Sebastiano D’Ambra. “Silsilah” si sta impegnando
in particolare nella sensibilizzazione per una migliore comprensione dell’accordo
quadro che istituisce la regione “Bangsamoro”. Convinzione del movimento, infatti,
è che il dialogo risulti più efficace e costruttivo se preceduto e sostenuto da una
informazione capillare sulle diverse implicazioni, significato e impatto dell’accordo
di pace sulla vita concreta delle popolazioni locali. (D.M.)