Siria: a rischio Ginevra 2. Mosca disposta ad ospitare contatti tra governo e opposizione
Ennesima giornata di sangue ieri in Siria. Colpi di mortaio e ordigni hanno colpito
diversi quartieri di Damasco, mentre un attentato kamikaze a Suwa-yuda, nel sud del
Paese, ha preso di mira la sede dei servizi di sicurezza del regime, uccidendo almeno
12 persone. Resta, intanto, in bilico la Conferenza di pace Ginevra 2; indeterminatezza
che ha spinto il segretario generale della Nato, Rasmussen a chiedere alle parti in
conflitto di partecipare ai colloqui, mentre la Russia si dice disposta ad ospitare
contatti informali tra governo e gruppi dell'opposizione siriana. Il servizio di Marina
Calculli:
Sul
rischio che salti la conferenza di pace Ginevra 2, Giancarlo La Vella ha raccolto
il commento di Antonio Ferrari, analista politico, firma storica del Corriere
della Sera:
R. – È una
situazione molto complessa. Credo che un passo, anche se parziale, sia stato compiuto:
quello delle armi chimiche. Io credo che Assad stia alzando il prezzo e forse vedremo
che anche gli altri alzeranno il prezzo. Assad non se ne vuole andare, ma non è detto
che non se ne vada. Potrebbe andarsene con opportune garanzie. Se oggi dicesse: “Me
ne vado, non mi presento alle elezioni”, non so cosa accadrebbe alla minoranza alawita
al potere e a tanta gente che ha soltanto la colpa di essere alawita. Quindi, credo
che ciascuno in questo momento stia alzando il prezzo. È una cosa molto comprensibile,
come in tutti gli accordi. Credo che prima o poi questo incontro avverrà, perché la
situazione in Siria non può continuare così, bisognerà ancora avere pazienza.
D.
– Dialogare con quale opposizione in Siria?
R. – È quello il problema. Mettere
insieme i moderati delle due parti. Non possiamo dare un Paese nelle mani di estremisti
pronti a tutto. I moderati sunniti, i moderati alawiti, i moderati curdi devono ricomporre
l’unità politica del Paese, per cercare di farlo uscire da questa situazione che è
insostenibile non soltanto per la Siria: 120 mila morti, due milioni di profughi,
quattro milioni di sfollati… Quindi, solo le forze moderate di una parte e dell’altra,
isolando gli estremisti, potrebbero risolvere il problema.