2013-11-07 14:55:58

Il carcere va nelle scuole. Il 15 novembre giornata di sensibilizzazione


Dopo il caso Fonsai, l’attenzione sul mondo carcerario rischia di calare. Ma i numeri parlano di un’emergenza che non viene meno. Nei 206 istituti penitenziari nel primo semestre del 2013 si sono registrati quasi 3.300 atti di autolesionismo e 18 sono stati i suicidi. Per far conoscere questa realtà, il 15 novembre i volontari che si occupano di carceri saranno in 125 scuole. Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

La telefonata del ministro Cancellieri su Giulia Ligresti in carcere è diventato un caso politico. Ma archiviata la questione della fiducia, l’emergenza nei penitenziari italiani rimane. Il 15 novembre mille volontari che ogni giorno sono nelle prigioni saranno in 125 scuole da nord a sud, e racconteranno a 10mila studenti delle medie e delle superiori quella realtà. Perché ognuno potrebbe finire in quel girone dantesco che è il carcere. Ornella Favero, direttore del giornale specializzato Ristretti Orizzonti:

“Tutti hanno questa idea: 'No, io mi controllo, so le mie piccole trasgressioni, mi fermo in tempo'. Vogliamo far capire che siamo tutti interessati e quindi la discussione sulle pene e sul senso che deve avere la pena riguarda tutto il Paese, non riguarda soltanto i cattivi”.

Sono tante le storie di comuni ragazzi, che per reati come la guida in stato di ebbrezza sono finti, seppur per qualche giorno, dietro le sbarre. Elisabetta Laganà, presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia:

“Quello che noi vogliamo far capire è che il carcere è lì tutti i giorni e che se è giusto e doveroso che la scuola faccia un lavoro di educazione alla Costituzione, e quindi a tutti gli articoli, non vogliamo dimenticare che esiste anche l’art. 27. Non vogliamo farlo dimenticare”.

Quell’articolo che dice che le pene devono rieducare il condannato.







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