Ecomafie, il vescovo di Aversa: no alla rassegnazione, reagire alle prepotenze della
malavita
Sono 20 anni che si parla di ecomafia e, a Napoli, la seconda giornata dei lavori
del Forum internazionale dell’informazione per la Salvaguardia del creato di Greenaccord
è dedicata a questo tema. Cosa sono le ecomafie e sopratutto quali sono i disastri
enormi che stanno causando, non solo al territorio campano ma a livello internazionale.
E una particolare attenzione è stata dedicata alla così detta “terra dei fuochi”,
cioè quel territorio tra Napoli e Caserta dove la camorra brucia rifiuti tossici con
gravi conseguenze per la popolazione. Marina Tomarro ha intervistato il vescovo
di Aversa mons. Angelo Spinillo:
R. - Credo che
il contributo che si possa dare in una situazione così complessa è quello di continuare
e certamente sviluppare, amplificare ciò che la Chiesa ha sempre annunciato e predicato:
quell’onestà di vita che significa sapiente attenzione al rapporto con la realtà,
con la natura, perché ovunque ci sia stato quell’egoismo prepotente che ha trasformato
in affare ogni situazione della vita dell’umanità, ci sono sempre state delle conseguenze
drammatiche come quelle che stiamo vivendo. In passato, forse, la gente si è un po’
chiusa in una sorta di rassegnazione; oggi dobbiamo dire che non ci sentiamo assolutamente
rassegnati, ma che invece siamo desiderosi di ribadire la verità della vita cristiana
che condanna ogni forma di organizzazione malavitosa, ogni forma di prepotenza, ogni
forma di affarismo per il vantaggio di pochi e che causa terribili danni a tutta la
comunità.
D. - Ieri il cardiale Sepe ha fatto un’affermazione forte: non dare
la Comunione a coloro che inquinano...
R. - Chi maltratta ciò che è vita di
tutti non può dire di essere in comunione con le stesse persone a cui fa del male.
Il fatto di farlo, a volte come accecati dalla possibilità di un guadagno, sembra
quasi giustificare, nella logica di certi modi di pensare, certe azioni. Questo, invece,
aggrava sicuramente la realtà. E quindi ovviamente non si può dire di essere in comunione
con chi fa tutto questo. Ma la Campania è una terra fertile e forte che ha voglia
di rinascere e mostrare a tutti il suo lato migliore e non essere ricordata solo per
i suoi problemi. Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della
Camera:
“Si sa che i clan, non solo i Casalesi, ma anche i Nuvoletta, i
Bidognetti … C’è un lungo elenco di clan che hanno ricavato lauti profitti avvelenando
l’ambiente, aggredendo la salute dei cittadini e che vanno contrastati. Bisogna, per
esempio, a livello parlamentare, istituire di nuovo la Commissione bicamerale d’inchiesta
sulle ecomafie ed introdurre altri tipi di reati contro l’ambiente e, infine, cominciare
a mettere mano sui danni fatti nel passato non con allarmi generici, perché dire che
tutta la Campania è avvelenata, che tutto il Sud del Lazio è avvelenato, che tutto
il Molise è avvelenato, paradossalmente è un regalo ai clan, perché significa cacciare
via l’economia pulita, un’economia legata a prodotti di qualità, di straordinario
livello. Un conto è che ci sia certezza e trasparenza nei controlli, un conto è dire
che i prodotti della Campania non vanno bene. Combattiamo le ecomafie, affrontiamo
il tema delle bonifiche, ma salvaguardiamo l’economia che può guardare al futuro”.
E
in questa battaglia un ruolo molto importante è quello della magistratura. Franco
Roberti procuratore nazionale Antimafia:
“La magistratura, come sempre,
fa la sua parte. È una parte - naturalmente - che comporta una certa organizzazione.
La Procura nazionale antimafia sta organizzando modelli investigativi per quanto riguarda
il traffico illecito organizzato di rifiuti che, come sapete, dal 2010 è di competenza
della procura distrettuale e quindi della Procura nazionale Antimafia. Quindi stiamo
studiando, anzi stiamo già attuando con il concorso delle forze di polizia competenti
nella materia - a cominciare dalla Guardia di Finanza, al Corpo forestale dello Stato,
l’Agenzia delle dogane - dei modelli investigativi per poter incidere in modo sempre
più efficace sulle organizzazioni criminali che trafficano rifiuti anche a livello
transnazionale”.