Angola: per i vescovi l'aborto è una minaccia all’esistenza stessa della nazione
L’aborto non va solo contro la legge divina, ma anche contro l’identità culturale
angolana ed è quindi una minaccia all’esistenza stessa della nazione. È quanto affermano
i vescovi angolani nel messaggio pastorale pubblicato al termine dell’Assemblea plenaria
della Ceast (Conferenza episcopale di Angola e Sao Tomé). Ricordando che la vita è
sacra “fin dal concepimento” perché “siamo di fronte a una vita indipendente con un
proprio unico Dna”, il messaggio - riferisce l'agenzia Fides - sottolinea che “nessun
essere umano può arrogarsi il diritto di sopprimerla sotto qualsiasi pretesto. Così,
i genitori, gli amici, gli educatori e gli operatori sanitari non dovrebbero consigliare
o facilitare l'aborto. Piuttosto, dovrebbero incoraggiare l'accettazione di una nuova
vita, a prescindere dalle circostanze in cui è stata concepita”. I vescovi affermano
inoltre che dal punto di vista della cultura angolana l’’aborto “costituisce un disprezzo
per i valori fondamentali della società angolana. Per qualsiasi angolano, a prescindere
dalla religione, con o senza la conoscenza del Vangelo, la vita è sempre sacra ed
è il primo bene di questo mondo. Pertanto, qualsiasi minaccia contro la vita, destabilizza
radicalmente la nostra società”. “Per questo motivo - continuano i vescovi – riteniamo
che la possibile depenalizzazione dell'aborto sarebbe un vero e proprio attentato
alla sicurezza nazionale e alla nostra sopravvivenza come popolo. In realtà, come
dicono gli esperti di politica demografica, "la procreazione determina il futuro delle
nazioni." “Ricordiamo a tutti che l'Angola è un Paese cristiano da secoli. Pertanto,
si prevede che il Parlamento eletto a larga maggioranza da cristiani e composto principalmente
da credenti, adempierà al dovere di rispettare la volontà dei loro elettori” conclude
il messaggio. Nel comunicato finale della Ceast i vescovi esprimono solidarietà al
vescovo di Viana e di tutti i cristiani di Angola per la profanazione del Santuario
di Muxima. Si ricorda inoltre il dramma delle popolazione del sud che sono in emergenza
alimentare, mentre viene annunciato uno studio multidisciplinare (con il coinvolgimento
di antropologi, psicologi, sociologi e teologi) per determinare la base culturale
del fenomeno dei bambini accusati di stregoneria, diffuso soprattutto nel nord del
Paese. (R.P.)