Sinodo. Friso: "questionario" grande opportunità di partecipazione per le famiglie
Dalla pastorale della famiglia alle unioni omosessuali, dall’educazione dei figli
all’apertura degli sposi alla vita. Sono alcuni dei temi forti inseriti nelle 39 domande
del “Questionario” inviato alle Chiese particolari per consentire a tutta la comunità
ecclesiale di partecipare attivamente alla preparazione del Sinodo sulla famiglia,
in programma a ottobre dell'anno prossimo. Alessandro Gisotti neha
parlato con Alberto Friso, responsabile del movimento “Famiglie Nuove” e membro
del Pontificio Consiglio per la Famiglia:
R. - Questa
novità è una novità veramente che ci dà una gioia straordinaria a noi famiglie, perché
ci sentiamo che possiamo, anche con tutta la Chiesa, tutti insieme, riflettere e mettere
in luce tutti quei punti di criticità che oggi ci troviamo anche spesso a incontrare
nei rapporti con le famiglie che ci abitano vicino, anche con i parenti, in tanti
casi. Insomma, finalmente possiamo anche parlare e cogliere insieme quali possano
essere i modi per esprimere anche quel nostro spirito di amore per la nostra comunità,
per le persone con cui dobbiamo anche costruire, giorno per giorno anche la nostra
storia di società civile. Queste 39 domande, belle e comprensibili e così calabili
in ogni cultura: già ci arrivano i primi segnali sia dall’Asia che dall’Africa della
gioia di non sentirsi cristiani di "serie B" in quanto laici, in quanto sposati. E
secondo, sentirci interpellati anche per ciò che stiamo vivendo.
D. - Questo
questionario indirizzato alle Conferenze episcopali, ma poi alle parrocchie e a tutte
le comunità ecclesiali locali, sarà importante che nessuno, in un qualche modo, venga
messo ai margini, anche come raccolta di risposte a queste domande…
R. - Infatti,
noi abbiamo già visto che collaboreremo sia con la nostra presenza che abbiamo nelle
parrocchie e nelle diocesi e quindi cercando insieme e riflettendo insieme, sia anche
facendo poi una specie di collegamento per avere una visione di insieme.
D.
- Cosa si aspetta, cosa spera che in questi mesi possa succedere, anche sulla spinta
di questa sollecitazione, di questo questionario?
R. - Credo che anzitutto
il questionario apra ancora di più alla comprensione della novità, dell’impegno pastorale
e dell’amore pastorale che la Chiesa sta avendo in questo momento anche, naturalmente,
sotto la spinta della persona del nostro Papa Francesco. E nei prossimi mesi dovremo
indubbiamente tutti, con i nostri mezzi di comunicazione, con la nostra stampa e le
televisioni, partecipare al grande dibattito che già c’era in molte sedi, ma incominciando
a riflettere noi e mettere in luce le nostre proposte e diventare soggetti anche sociali
e politici più attivi. Sicuramente, il questionario ci porta ad avere una visione
di insieme, in cui non occorrerà stravolgere cambiamenti di dottrine: è il cambiamento
dell’atteggiamento nei rapporti, perché poi se il rapporto è costruito con carità,
spirito di accoglienza e di servizio, sono tutte dimensioni di amore che muovono tutte
le persone e quindi anche quelli che sono in difficoltà verso una nuova prospettiva
di vita e di fede.