Napoli. Forum Grenaccord sul riciclo di beni durevoli. Masullo: basta specare risorse
''Chi inquina non è in grazia di Dio e non può fare la comunione". Lo ha detto l'arcivescovo
di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, parlando con i giornalisti a margine dei
lavori della decima edizione del Forum internazionale Greeenaccord, in svolgimento
a Castel dell'Ovo, a Napoli. Oltre 100 i giornalisti provenienti da tutto il mondo
che partecipano all’incontro sul quale si sofferma al microfono di Marina Tomarro,Andrea Masullo, presidente del comitato scientifico di Greenaccord:
R. – Il tema
dei rifiuti noi lo affrontiamo non come un problema da risolvere a valle – perché
purtroppo a valle dopo che il rifiuto è stato prodotto le soluzioni non sono mai sufficienti
– ma un problema che va risolto a monte. La società deve imparare a produrre benessere
e progresso, senza causare danni, senza causare rifiuti, come fa la natura. E’ per
questo che abbiamo cominciato già questa mattina, partendo dal debito ecologico con
William Reese, fino ad affrontare il discorso dei flussi di materia, che entrano nell’economia
umana, e continuando soprattutto su dove finiscano, in che condizioni vadano poi a
inquinare il pianeta. Noi non possiamo più permetterci di sprecare risorse e inquinare.
Dobbiamo cominciare a correggere il processo economico verso la ciclicità, che ci
ha insegnato da sempre il creato, che ci ha insegnato da sempre la natura.
D.
– Napoli purtroppo è stata proprio al centro del problema dei rifiuti. Allora, in
Italia cosa si può fare di concreto?
R. – Abbiamo scelto Napoli proprio per
questo, perché Napoli è salita alla ribalta internazionale tristemente non per le
sue bellezze, ma per avere avuto cumuli di rifiuti nelle strade. E in Italia ci sono
tantissimi begli esempi di raccolte virtuose, in cui si riesce a separare e a raccogliere
in maniera ottimale i rifiuti. Ancora, però, siamo molto indietro nella fase del riciclo
e soprattutto nell’affrontare il problema. Non bisogna più produrre merci che generino
rifiuti. Tutti i materiali devono essere riciclabili o per lo meno biodegradabili,
perché non producano più questi drammatici danni.
D. – Ma si può pensare a
un progetto di educazione ambientale? Tra l’altro, in questo Forum sono presenti anche
50 studenti di diversi istituti superiori di Napoli...
R. – Insieme al Ministero
dell’Ambiente lanciamo una sorta di concorso a premi tra le scuole della Campania.
Dieci istituti porteranno cinque studenti ciascuno, che ascolteranno le relazioni
internazionali e faranno poi un lavoro multimediale. Quindi, lanciamo anche nel futuro
il nostro messaggio attraverso questi giovani.
D. – Questo è il decimo Forum
internazionale di Greenaccord. Da ieri a oggi, com’è cresciuto e com’è cambiato?
R.
– Questa Associazione ci è cresciuta, con nostra grande sorpresa, tra le mani perché
evidentemente ha colto un bisogno molto sentito: il bisogno di comunicare, da parte
degli scienziati alla gente comune, la loro preoccupazione per il futuro dell’umanità,
per il futuro del nostro pianeta. E questo è l’aspetto più importante che la nostra
Associazione ha saputo cogliere: mettere insieme, a confronto, scienziati, giornalisti
per comunicare alla gente che questa strada è sbagliata, che si prospetta un futuro
molto difficile e che però esiste la possibilità di cambiare strada per poter continuare
a produrre benessere anche per le generazioni future.
E all’ incontro era presente
anche l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe:
R. - Almeno
noi, qui in Campania, abbiamo cercato di sensibilizzare i parroci perché a loro volta,
sensibilizzando i fedeli, potessero essere parte attiva nello svolgere questo, che
è un compito poi per tutti. Sicché, molte parrocchie si sono attrezzate attraverso
il volontariato, attraverso la ricerca anche di siti idonei, attraverso poi i contatti
con le istituzioni a svolgere un compito che alla fine è risultato veramente benefico
e positivo per tutta la comunità. Naturalmente, mettendo insieme le varie comunità
parrocchiale e poi anche a livello di diaconato, la diocesi ha potuto dare una risposta
concreta e vera a questo problema.
D. - E la comunità campana ha cercato di
rispondere con impegno a questi appelli…
R. - Io credo che adesso sia maturata
molto la mentalità. E questo è dovuto a che cosa? Proprio al fatto di una esperienza
di questi ultimi tempi, soprattutto proprio in questi ultimi tempi, drammatica, violenta,
che era sotto gli occhi di tutti e che qui tutti toccavano con mano una situazione
che era raccapricciante a dir poco… Allora, tutto questo poi ha fatto sì che soprattutto
adesso – ma ancora continua – si prendesse coscienza del dramma e che si cerchi ognuno
poi di fare la propria parte. Io sono convinto che, sì, la Chiesa, la scuola, le istituzioni,
la famiglia abbiano una funzione centrale, ma ci vuole anche una coscienza personale,
una crescita di civiltà per cui ognuno di sente responsabile della situazione, dando
quindi positivamente il suo contributo.