2013-11-06 14:22:52

Napoli. Forum Grenaccord sul riciclo di beni durevoli. Masullo: basta specare risorse


''Chi inquina non è in grazia di Dio e non può fare la comunione". Lo ha detto l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, parlando con i giornalisti a margine dei lavori della decima edizione del Forum internazionale Greeenaccord, in svolgimento a Castel dell'Ovo, a Napoli. Oltre 100 i giornalisti provenienti da tutto il mondo che partecipano all’incontro sul quale si sofferma al microfono di Marina Tomarro, Andrea Masullo, presidente del comitato scientifico di Greenaccord:RealAudioMP3

R. – Il tema dei rifiuti noi lo affrontiamo non come un problema da risolvere a valle – perché purtroppo a valle dopo che il rifiuto è stato prodotto le soluzioni non sono mai sufficienti – ma un problema che va risolto a monte. La società deve imparare a produrre benessere e progresso, senza causare danni, senza causare rifiuti, come fa la natura. E’ per questo che abbiamo cominciato già questa mattina, partendo dal debito ecologico con William Reese, fino ad affrontare il discorso dei flussi di materia, che entrano nell’economia umana, e continuando soprattutto su dove finiscano, in che condizioni vadano poi a inquinare il pianeta. Noi non possiamo più permetterci di sprecare risorse e inquinare. Dobbiamo cominciare a correggere il processo economico verso la ciclicità, che ci ha insegnato da sempre il creato, che ci ha insegnato da sempre la natura.

D. – Napoli purtroppo è stata proprio al centro del problema dei rifiuti. Allora, in Italia cosa si può fare di concreto?

R. – Abbiamo scelto Napoli proprio per questo, perché Napoli è salita alla ribalta internazionale tristemente non per le sue bellezze, ma per avere avuto cumuli di rifiuti nelle strade. E in Italia ci sono tantissimi begli esempi di raccolte virtuose, in cui si riesce a separare e a raccogliere in maniera ottimale i rifiuti. Ancora, però, siamo molto indietro nella fase del riciclo e soprattutto nell’affrontare il problema. Non bisogna più produrre merci che generino rifiuti. Tutti i materiali devono essere riciclabili o per lo meno biodegradabili, perché non producano più questi drammatici danni.

D. – Ma si può pensare a un progetto di educazione ambientale? Tra l’altro, in questo Forum sono presenti anche 50 studenti di diversi istituti superiori di Napoli...

R. – Insieme al Ministero dell’Ambiente lanciamo una sorta di concorso a premi tra le scuole della Campania. Dieci istituti porteranno cinque studenti ciascuno, che ascolteranno le relazioni internazionali e faranno poi un lavoro multimediale. Quindi, lanciamo anche nel futuro il nostro messaggio attraverso questi giovani.

D. – Questo è il decimo Forum internazionale di Greenaccord. Da ieri a oggi, com’è cresciuto e com’è cambiato?

R. – Questa Associazione ci è cresciuta, con nostra grande sorpresa, tra le mani perché evidentemente ha colto un bisogno molto sentito: il bisogno di comunicare, da parte degli scienziati alla gente comune, la loro preoccupazione per il futuro dell’umanità, per il futuro del nostro pianeta. E questo è l’aspetto più importante che la nostra Associazione ha saputo cogliere: mettere insieme, a confronto, scienziati, giornalisti per comunicare alla gente che questa strada è sbagliata, che si prospetta un futuro molto difficile e che però esiste la possibilità di cambiare strada per poter continuare a produrre benessere anche per le generazioni future.

E all’ incontro era presente anche l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe:

R. - Almeno noi, qui in Campania, abbiamo cercato di sensibilizzare i parroci perché a loro volta, sensibilizzando i fedeli, potessero essere parte attiva nello svolgere questo, che è un compito poi per tutti. Sicché, molte parrocchie si sono attrezzate attraverso il volontariato, attraverso la ricerca anche di siti idonei, attraverso poi i contatti con le istituzioni a svolgere un compito che alla fine è risultato veramente benefico e positivo per tutta la comunità. Naturalmente, mettendo insieme le varie comunità parrocchiale e poi anche a livello di diaconato, la diocesi ha potuto dare una risposta concreta e vera a questo problema.

D. - E la comunità campana ha cercato di rispondere con impegno a questi appelli…

R. - Io credo che adesso sia maturata molto la mentalità. E questo è dovuto a che cosa? Proprio al fatto di una esperienza di questi ultimi tempi, soprattutto proprio in questi ultimi tempi, drammatica, violenta, che era sotto gli occhi di tutti e che qui tutti toccavano con mano una situazione che era raccapricciante a dir poco… Allora, tutto questo poi ha fatto sì che soprattutto adesso – ma ancora continua – si prendesse coscienza del dramma e che si cerchi ognuno poi di fare la propria parte. Io sono convinto che, sì, la Chiesa, la scuola, le istituzioni, la famiglia abbiano una funzione centrale, ma ci vuole anche una coscienza personale, una crescita di civiltà per cui ognuno di sente responsabile della situazione, dando quindi positivamente il suo contributo.









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