Myanmar: tra governo e milizie etniche nessuna tregua ma solo colloqui costruttivi
Nonostante l’incontro di due giorni tra negoziatori governativi e delle milizie etniche
per raggiungere un accordo di cessate-il-fuoco generale non abbia portato a un risultato
definitivo, le Nazioni Unite hanno espresso il loro parere favorevole al dialogo in
corso tra le parti, definito “mossa significativa” per arrivare alla fine di decenni
di guerra civile nell’ex Birmania. Indubbiamente, l’incontro delle parti che si è
concluso ieri nella capitale dello Stato Kachin, Myitkyina, ha rappresentato un punto
di svolta, sia perché ha riunito 18 gruppi etnici (che si erano a loro volta consultati
la scorsa settimana per arrivare con una posizione il più possibile condivisa sulla
proposta in 15 punti del governo), sia per il clima costruttivo delle trattative.
Il risultato pratico - riferisce l'agenzia Misna - ovvero un accordo di massima per
l’armistizio e l’avvio di un dialogo politico con le minoranze è stato salutato ieri
sera, al termine dei colloqui, dall’inviato speciale per il Myanmar del Segretario
generale dell’Onu, Ban Ki-moon, come “una mossa significativa verso un processo di
riconciliazione nazionale”. Le due parti hanno accettato di incontrarsi nuovamente
a dicembre, questa volta nella capitale dello Stato Karen, Pa-an, ma negoziatori governativi
hanno ammesso che il cessate-il-fuoco cercato entro questi mese dal governo, non ci
sarà. Un elemento di disaccordo, oltre alla non univocità delle posizioni tra i gruppi
etnici, è il rifiuto delle milizie etniche di accettare lo scioglimento, mentre chiedono
un esercito federale nazionale con la partecipazione di tutti i gruppi minoritari.
(R.P.)