Le aziende non discriminino la maternità: indagine dell’Università La Sapienza
E' possibile conciliare carriera e maternità? Gravidanza equivale forse a ridotta
produttività sul posto di lavoro? Le donne che lavorano, come vivono la loro gravidanza
in azienda? Sono alcune delle domande contenute in un’indagine dell’Università “La
Sapienza” su un campione di quasi 4 mila persone. Sui dati salienti di questa indagine,
Emanuela Campanile ha intervistato il prof.Flaviano Moscarini,
docente di Economia aziendale della Sapienza:
R. - In Italia,
c’è una drastica diminuzione della percentuale delle donne occupate dopo l’arrivo
del primo figlio e soprattutto dopo il secondo figlio. Questi sono trend che devono
essere invertiti ed un ruolo importante ce l’hanno le grandi organizzazioni produttive,
le grandi imprese private che occupano milioni di persone. Hanno risorse per poter
contribuire a migliorare le condizioni di lavoro delle donne lavoratrici.
D.
– Spesso si sente dire che le aziende diventano sempre più "a trazione femminile"...
R.
– Assolutamente sì. A trazione femminile perché la forza di lavoro è sempre più donna.
Ciò vuol dire che, dall’altra parte, le donne occupano posizioni sempre più di rilievo
all’interno delle organizzazioni produttive. Abbiamo rilevato, però, che esistono
ancora ostacoli organizzativi come i rischi di discriminazion, o di emarginazione
per la donna che vuole far carriera. Ad esempio: tendenzialmente quando una donna
è in gravidanza, o quando una donna annuncia la sua gravidanza le persone tendono
ad escluderla dai processi decisionali all’interno dell’azienda. Questi sono elementi
che determinano una sorta di paura da parte della donna nel voler avere figli!
D.
– Dal punto di vista meramente economico è davvero così penalizzante?
R. –
L’azienda deve assumere un atteggiamento proattivo nei confronti della maternità e
della gravidanza: si deve far carico di un percorso, un programma di sostegno alla
maternità volto a rimuovere eventuali ostacoli organizzativi, che ora fanno sì che
la donna ritardi il momento della gravidanza. Le aziende hanno anche un ruolo sociale
al fine di non impedire alle donne di portare avanti una gravidanza, o comunque di
avere figli ma anzi di incentivare le donne ad averli, anche tanti, e magari in età
molto più giovane!