Siria: per il parroco greco-cattolico di Raqqa gli islamisti stanno tradendo il vero
Islam
L'archimandrita Naaman Rawik, parroco greco cattolico di Raqqa e Tabqa – città della
Siria settentrionale in mano dai mesi alle milizie anti-Assad – ha trovato rifugio
in Libano dopo che i militanti islamisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante
(Isil) avevano aggredito e danneggiato le sue due parrocchie. Nei giorni scorsi, l'archimandrita
Rawik ha rivolto proprio ai miliziani islamisti un messaggio pubblico – reso noto
dalla Fraternitè Chrètienne Sarthe-Orient e ricevuto dall'agenzia Fides – in cui stigmatizza
i loro atti violenti contro le chiese come contrari alla tradizione islamica. “Voi”
riferisce padre Rawik “avete cancellato ogni traccia cristiana, distruggendo le nostre
chiese e offendendo i loro santi patroni, impossessandovi delle nostre case e spingendo
all'esilio i pastori e i loro parrocchiani. Credete forse voi che Allah, il suo Profeta
e i musulmani in generale accetteranno e benediranno i vostri atti? L'Islam - chiede
l'archimandrita greco-cattolico - non è forse nella continuità di Abramo, il Padre
di tutti i credenti?". Il messaggio di padre Naaman si conclude indicando la patologia
islamista come corpo estraneo rispetto alla tradizione di convivenza tra cristiani
e musulmani sperimentata in Medio Oriente: “Ritornate ai vostri testi sacri” - scrive
l'archimandrita ai militanti islamisti - “apprendete da essi il vero Islam prima che
si possa dimostrare con i versetti stessi del Corano che voi siete divenuti estranei
al Libro e all'insegnamento di Allah sulla tolleranza, che voi siete ormai estranei
ai nostri modi di vivere autenticamente arabi, che siete totalmente stranieri rispetto
alle tradizioni nelle quali siamo cresciuti, musulmani e cristiani, in Siria e a Raqqa
in particolare”. A Raqqa, alla fine di luglio è stato rapito il gesuita romano Paolo
Dall'Oglio. Secondo quanto ricostruito dalla Fides, gli indiziati del rapimento di
padre Paolo sarebbero proprio gli affiliati dell'Isil. (R.P.)