2013-11-04 15:00:12

Oltre 11 mila nuovi posti negli asili nido con il taglio delle Province


Il provvedimento svuota-Province rischia di trasformarsi in una “beffa” se non verrà approvato prima del rinnovo, in primavera, di buona parte dei consigli provinciali. E’ quanto affermato dal ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, intenzionato a investire i 110 milioni di euro che si stima verranno risparmiati con il taglio del personale politico provinciale nella creazione di 11.300 nuovi posti negli asili nido italiani. Su tale iniziativa Cecilia Sabelli ha intervistato il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, delegato Anci, l'Associazione dei Comuni Italiani, e coordinatore dei sindaci delle città metropolitane. RealAudioMP3

R. – Non posso che condividere pienamente quello che ha detto il ministro Delrio. Effettivamente noi oggi siamo a un passaggio cruciale. Se non dovesse essere approvata la legge che riguarda la riorganizzazione degli enti locali, e quindi i compiti della Provincia, istituzione delle città metropolitane e unione dei Comuni, saremmo veramente di fronte ad una beffa non solo interna, per il fatto che avremmo delle province che dovrebbero andare alle elezioni, dopo anni ormai in cui si parlava di trasformarle, così come previsto dal disegno di legge. Una beffa anche nei confronti dell’opinione pubblica mondiale, che si aspetta dall’Italia un rinnovamento serio della propria struttura istituzionale, una struttura oggi troppo appesantita da una sovrapposizione di competenze, che determinano necessariamente un aggravio anche nei conti pubblici. Quello che dice quindi il ministro Delrio è assolutamente condivisibile. I risparmi che si faranno – e ci saranno dei risparmi notevoli, nonostante la disinformazione fatta dall’Unione delle Province – potranno essere utilmente riallocati in servizi per i cittadini.

D. – Il Ministero degli Affari Regionali ha intenzione di investire i risparmi che si potrebbero ottenere con la riforma in migliaia di nuovi posti negli asili nido. Qual è la situazione attuale? Perché proprio queste strutture?

R. – Queste sono le strutture oggi più deboli sotto un certo profilo, perché dovrebbero essere finanziate con interventi dello Stato, che lo Stato non è in grado di fare. Si scarica questo onere quindi sulle amministrazioni locali, e in particolare sulle amministrazione comunali, che hanno provveduto con proprie risorse. Dopo però gli ultimi tagli che sono stati effettuati nelle finanze comunali, anche questi posti sono a forte rischio.

Ultimo aggiornamento: 5 novembre







All the contents on this site are copyrighted ©.