Il ministro Cancellieri sul caso Ligresti: disposta a un passo indietro ma non si
passi sul mio onore.
Il gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera ha presentato la mozione di sfiducia
nei confronti del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, che si presentera'
oggi pomeriggio in Parlamento per riferire sul suo coinvolgimento nella scarcerazione
di Giulia Ligresti. "Se me lo chiedessero farei un passo indietro, ma non consento
che si passi sopra al mio onore." ha detto il Guardasigilli, aggiungendo che non si
è "mai occupata di scarcerazione, è una falsità" e che "mai ha fatto nulla che non
sia" un suo "preciso compito". Cancellieri ha poi precisato di aver fatto circa 110
interventi in favore di detenuti in 3 mesi. Il ministro Cancellieri era stata
ieri a Strasburgo per parlare di sovraffollamento carcerario e durata dei processi.
Per il ministro, con l’ultimo decreto i flussi d’entrata nelle carceri si sono ridotti
del 40%. All’Italia, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha chiesto di mettere
a punto una soluzione definitiva entro maggio altrimenti dovrà pagare multe fino
ad 80 milioni di euro annui. Paolo Ondarza ha intervistato Francesco Morelli
del centro studi di “Ristretti Orizzonti”, progetto di informazione “dal” e “sul”
carcere:
R. - L’Italia
ha la percentuale di detenuti in attesa di giudizio più alta d’Europa. In altri Paesi
l’iter processuale più snello consente di ridurre sensibilmente questa quota di persone
in attesa di giudizio. Riguardo invece al sovraffollamento delle carceri, va detto
che la percentuale di carcerazione, quindi quante persone stanno in carcere in rapporto
alla popolazione, non è anomala in Italia, nel senso che è nella media europea. Il
problema, in questo caso, sta nel fatto che l’Italia ha meno carceri rispetto agli
alti Paesi. Costruire un carcere in Italia richiede 20-30 anni di lavoro dal momento
della progettazione fino all’ultimazione dei lavori. Sono tempi impossibili con i
ritmi di una società moderna.
D. - Ma crede che oggi siano necessarie più carceri?
R.
- Sicuramente è necessario sostituire quelle vecchie. Ci sono carceri addirittura
del 1500 che sono ancora utilizzate, altre del 1700, altre del 1800, dove la qualità,
gli standard di abitabilità sono assolutamente inadeguati.
D. - Secondo la
Corte europea dei diritti umani l’Italia è seconda solo alla Russia per numero di
ricorsi pendenti da parte di detenuti; oltre la metà riguardano il ritardo nei pagamenti
dei risarcimenti a chi è stato vittima di un processo durato troppo a lungo …
R.
- Sì, in effetti questo è un po’ l’esito di una situazione che si trascina da decenni.
Non si tratta di un’emergenza - come spesso viene definita - ma in realtà è una situazione
cronicizzata da decenni di disattenzioni. Quindi stiamo pagando ancora i risarcimenti
di situazioni di ingiustizia che si sono verificate negli anni ’90.
D. - Il
ministro della Giustizia Cancellieri ha detto che serve una vera e propria rivoluzione
copernicana per il sistema carceri. Il sovraffollamento - ha aggiunto - è solo il
problema peggiore …
R. - In effetti le carceri hanno bisogno di una serie di
interventi, prima di tutto dal punto di vista dell’approccio politico, perché l’opinione
pubblica non pensa bene delle carceri e non pensa bene dei carcerati. Purtroppo, c’è
questo luogo comune che vuole le carceri come posti per far soffrire le persone; mentre
l’unica sofferenza ammessa dalla nostra Costituzione e dalle leggi internazionali
è quella della privazione della libertà. Oltre alla privazione della libertà, non
dovrebbero esserci altre forme di afflizione, mentre purtroppo nelle carceri succede
di tutto: dal sovraffollamento, alle morti.
D. - Depenalizzazione dei reati
minori, misure alterative, lavoro esterno, introduzione del modello di detenzione
aperta e - come lei ricordava - anche l’urgenza dell’edilizia carceraria. Sono alcuni
dei provvedimenti che la Cancellieri porta a Strasburgo insieme alla convinzione che
un provvedimento di indulto o amnistia sia necessario.
R. - Pensiamo anche
noi che sia necessario assolutamente un provvedimento di indulto e di amnistia, anche
perché le altre soluzioni non sono possibili da attuare in tempi brevi e comunque
hanno dei costi che non possiamo permetterci a fronte di questa scadenza che ormai
è di otto mesi. Difficilmente sarà possibile senza amnistia e indulto.
D. -
Altrimenti l’Italia sarà sanzionata?
R. - Altrimenti i migliaia di ricorsi
presentati dai detenuti italiani troveranno accoglimento della Corte europea dei diritti
dell’uomo che sanzionerà l’Italia.
D. - Attualmente il governo sta lavorando
bene?
R. - Fa quello che può. Con pochi soldi è difficile pensare a soluzioni
davvero radicali. Il ministro si è impegnato molto, anche ascoltando per mesi - e
di questo gliene rendiamo assolutamente merito - tutti gli operatori e anche il mondo
del volontariato. Da lì, a uscire da questa situazione è un altro paio di maniche.