2013-11-03 08:33:40

Deepavali. P. Ayuso: cristiani e indù impegnati a promuovere relazioni di pace e amicizia


E' terminato ieri in India il Deepavali, la festa delle luci, che simboleggia per gli indù la vittoria della luce sulle tenebre e del bene sul male. Il tema del Messaggio, per l'occasione, del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso è la promozione delle relazioni di amicizia e solidarietà tra cristiani e indù. Al microfono di Elvira Ragosta, la riflessione di padre Miguel Ayuso, segretario del dicastero per il Dialogo Interreligioso:RealAudioMP3

D. - Potrebbe spiegare il significato della festa di Deepavali?

R. - Prima di tutto vorrei augurare, anche da parte del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, a tutti i nostri fratelli e sorelle indù sparsi nel mondo, un felice Deepavali. Auguro loro ogni gioia e pace. Il “Deepavali” conosciuto anche come “Diwali” nella sua forma abbreviata, è la festa delle luci. Questa festa simboleggia la vittoria del bene sul male, della luce sulle tenebre e della verità sulla menzogna. La luce, come è noto, è un simbolo universale che trova riscontro non solo fra gli aderenti alle varie religioni ma anche fra coloro che non appartengono ad alcuna religione. La festa, quindi, esorta tutti noi – cristiani, indù ed altri – a percorrere la via della luce, della bontà e della verità.

D. - Il tema del Messaggio di quest’anno è "Cristiani e Indù: promuovere le relazioni umane con l’amicizia e la solidarietà". C’è una ragione specifica per questa scelta?

R. - Nella vita quotidiana sono proprio le relazioni umane che contano. La nostra maniera di porci in relazione con le altre persone, a prescindere da ciò che sono o dalla loro appartenenza, determina la qualità ed il successo delle nostre vite. La presenza di relazioni armoniose in famiglia, in comunità e nella società contribuisce in gran parte al benessere dell’umanità intera. Mentre la sua mancanza genera conflitti, tensioni e caos come testimonia l’attuale mondo globalizzato che oltre alle tante cose positive alle quali ha dato inizio, ha anche ulteriormente fatto crescere nelle masse tendenze materialistiche ed individualistiche. Si è anche evidenziata, da parte di alcuni, una tendenza al ribasso che disprezza quei valori e quei principi, sperimentati dal tempo, che tengono unite le famiglie e le comunità. Ne consegue una crescente mancanza di pace e di unità nelle famiglie e nelle comunità che colpisce anche la pace e la sicurezza mondiale. In tal senso, proprio per opporsi a questo scenario, la scelta di questo tema è stata giudicata opportuna e puntuale.

D. - Che cosa suggerisce il Messaggio per superare queste lacune?

R. - Il Messaggio ricorda a tutti noi che apparteniamo all’unica famiglia umana e perciò siamo interconnessi ed interdipendenti. Il bene di questa famiglia umana dipende in larga misura dalle relazioni armoniose che stabiliamo con gli altri e che possono essere costruite solo se noi rispettiamo l’innata dignità umana, i diritti fondamentali le credenze e le pratiche altrui comprese quelle di chi è diverso da noi. Il Messaggio incoraggia quindi la promozione dell’amicizia e della solidarietà nella fiducia e nel rispetto verso le persone in generale ed in particolare fra cristiani e indù. Citando Papa Francesco invita ad entrare in un “dialogo di amicizia”, a coltivare “una cultura di relazione” e “una cultura della solidarietà” per la pace e la prosperità del mondo.

D. - Oltre questo Messaggio, in quale altro modo il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso è impegnato nella promozione del dialogo dell’amicizia con gli indù?

R. - Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso ha come mandato la responsabilità di promuovere il dialogo con i seguaci delle altre religioni, ma per la sua attuazione a livello di base conta ovviamente sull’opera delle Chiese locali. Rispetto agli indù le Chiese in India e in altri Paesi dove ce ne è una significativa presenza sono state molto impegnate nel promuovere il dialogo con loro. Ma a seconda delle situazioni il Consiglio si unisce alla Chiesa locale per sostenerle nel loro dialogo volto ad incrementare amicizia e collaborazione con gli indù per il bene comune. Tra le più importanti iniziative di dialogo, solo per citare le ultime, ricordo due visite in India del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Dicastero, quella del 2009 a Mumbai dove ha incontrato alcuni tra i più importanti leader religiosi indù, e poi quella del 2011 a Pune, per partecipare ad un colloquio indu-cristiano di tre giorni. Infine quest’anno a Londra nel mese di giugno dove ha partecipato ad un seminario indu-cristiano. Tutti questi incontri sono stati molto utili, hanno aiutato a fugare pregiudizi negativi ed hanno fatto sì che i partecipanti potessero migliorare la reciproca conoscenza delle loro religioni.

D. - Infine, che cosa vorrebbe dire ai nostri ascoltatori?

R. - Fin dall’inizio del Suo Pontificato, Papa Francesco ha esortato ciascuno di noi ad impegnarsi nel dialogo dell’amicizia con tutti. Egli ha spesso sottolineato la necessità di far crescere “una cultura della solidarietà” così che ognuno si senta rispettato, accettato e tenuto in considerazione. Anche se il nostro contributo in tal senso fosse anche minimo, ciò farà comunque una grande differenza per il cammino del mondo verso la pace ed il progresso.

Ultimo aggiornamento: 4 novembre







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