Vicenda Ligresti, il ministro Cancellieri esclude le dimissioni. Sul caso riferirà
in Parlamento
Il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri nella conferenza stampa a margine
del 12.mo congresso dei Radicali italiani, riferendosi al caso Ligresti, ha escluso
ipotesi di dimissioni aggiungendo di non essere pentita e di avere la coscienza a
posto. Il Guardasigilli ha anche illustrato il piano dell’Italia per le carceri. Il
servizio di Amedeo Lomonaco:
Il ministro
della Giustizia presenterà lunedì prossimo, a Strasburgo, il pacchetto di misure con
cui il governo intende rispondere all’emergenza del sovraffollamento nelle carceri.
Nel sistema penitenziario – ha detto – occorre un cambiamento culturale:
“Sono
pronta ad andare a Strasburgo e a raccontare quello che l’Italia sta facendo. Lo vado
a fare a testa alta. L’Italia è un P aese civile che vuole essere degno della sua
tradizione di civiltà. Il sovraffollamento è forse il problema peggiore. Ma non è
solo quello. Quello che conta è anche l’approccio, la possibilità di vita, l’opportunità
di lavoro e tutto quello che sta intorno alla vita del detenuto”.
Il ministro
della Giustizia si è anche soffermato sulla vicenda Ligresti precisando che la sua
telefonata al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria sulle condizioni di
salute di Giulia Ligresti, nel periodo in cui era detenuta a Vercelli, non voleva
in alcun modo interferire nelle decisioni dei magistrati sulla scarcerazione. Il Guardasigilli,
che sul caso martedì riferirà al Senato e alla Camera, ha rivendicato l'umanità del
suo interessamento:
“Voglio che un ministro della Repubblica abbia il dovere
di osservare le leggi dello Stato, la Costituzione – così come ha giurato e lo debba
fare fino in fondo senza cedimenti e senza nessun tentennamento, quindi massimi doveri
– ma che abbia anche il diritto di essere un essere umano”.
Il Movimento
5 Stelle annuncia una mozione di sfiducia. Il Pdl chiede che non si accettino “facili
strumentalizzazioni” ma anche “una minimizzazione” della vicenda Ligresti. Il Pdl
teme la deriva che il caso potrebbe innescare. Palazzo Chigi, in una nota, sottolinea
che sul caso “non devono esserci zone d'ombra”. Le argomentazioni del ministro – si
legge nella nota - “fugheranno ogni dubbio”.